“Padula è Gerusalemme: Crocifissione”, la monumentale opera dell’artista tursitano Vincenzo D’Acunzo è stata benedetta e presentata ufficialmente mercoledì 15 maggio alle ore 19 nella chiesa Santissima Annunziata di Padula, in provincia di Salerno.
Una soddisfazione enorme per D’Acunzo, artista poliedrico e virtuoso che ha fatto ritorno a Padula con un’opera davvero imponente: “Questa città ha un significato importante per me e per questo l’ho riportata come scenario dell’opera in cui è avvenuta la Crocifissione, che è diventata metaforicamente la mia personale, iniziata con l’allontanamento da questa città dalla nascita. Oggi è stato bello far ritorno con quest’opera a Padula, la mia Itaca”. D’Acunzo vive con la famiglia a Tursi da anni e qui ha lavorato prima di raggiungere la pensione lavorativa, ma non quella artistica che è così diventata principale.
L’opera che ha realizzato è composta da un trittico in acrilico su tavola di cm 173×372 cadauna, per una superficie totale di mq 24 circa, e si completata con un crocifisso in legno della bottega Ortisei, già installato nella chiesa dal 1997.
Il tutto è stato commissionato da don Giuseppe Radesca, della Parrocchia San Giovanni Battista, incontrato durante il tour d’arte “Equilibrio sopra la follia”, che ha girato la Basilicata e fatto tappa anche a Padula. D’Acunzo ha lavorato per circa due anni per la realizzazione dell’opera che oggi acquista anche un valore simbolico maggiore, visto che su pergamena è stata apposta una dedica: “A te Christian, famiglia Campanelli”.
I genitori e la famiglia che l’hanno finanziata, infatti, l’hanno dedicata al giornalista sportivo deceduto in un incidente stradale nel 2005.
Per la chiesa Santissima Annunziata, che dista qualche centinaio di metri dalla famosa Certosa, l’artista tursitano (d’adozione) ha già disegnato una vetrata sull’altare principale che raffigura “Il Padre benedicente”.
La chiesa è in corso di ristrutturazione e don Giuseppe le sta cambiando fisionomia, arricchendola di nuove opere d’arte. Scrive il parroco: “Padula è Gerusalemme: città che dialoga con la storia e la cultura, città feconda di fede, culla di tesori materiali e spirituali, genitrice e maestra di talenti offerti a Dio, dispensatrice di bellezza per chi la abita, la vive la ama.
Dinnanzi all’acrilico su tavola del maestro Vincenzo D’Acunzo gli occhi sono attratti dalla forza della luce e dell’armonia dei colori.
Lo spirito è rapito da una lucentezza che accende la visione e invita alla meditazione”. Parole profonde, emozionanti che ben rendono l’intensità dell’opera, che nasce dal Colle San Sepolcro, poco distante dall’antica Consilinum, promontorio della catena della Maddalena, e apre la visione della città di Padula e dell’area circostante così com’è oggi.
Facile intuire perché gli occhi degli abitanti cercano le proprie case, immerse in un cielo azzurro e nella sorgente della luce. In primo piano dominano la sublime eleganza della Vergine Maria, di Giovanni e un centurione, abbracciati dal verde e dall’oro della campagna.
Un’opera dall’impatto visivo enorme, che conquista per splendore, profondità e cura maniacale dei dettagli e che conferma definitivamente D’Acunzo come pittore di arte sacra di livello nazionale.
Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, le maggiori autorità cittadine: monsignor Antonio De Luca, vescovo della diocesi di Teggiano-Policastro, Don Fernando Barra, responsabile beni culturali della diocesi, il sindaco di Padula Paolo Imparato e l’assessore alla Cultura Tiziana Bove Ferrigno. Alla benedizione è seguito un rinfresco per i numerosi fedeli, curiosi e amanti dell’arte, accorsi per assistere all’evento e celebrare un artista e un’opera che resterà nella storia della città. Un collaborazione tra la Chiesa di Padula e D’Acunzo che è destinata a proseguire con altre opere.