Il reparto di dialisi dell’ospedale di Tinchi fornisce cure a 56 pazienti: 17 di essi, con una petizione, chiedono il trasferimento a Policoro mentre gli altri 39, ai quali, pure, è stata sottoposta, non l’hanno condivisa.
Per loro, infatti, il reparto deve rimanere a Tinchi.
La domanda è: può avere valore quella petizione sottoscritta solo da 17 persone su 56?
Considerando che non è stata condivisa dagli altri 39, il suo valore non diventa meno pregnante?
Quando, poi, si scopre che molti dei 17 sottoscrittori risiedono tra Policoro, Scanzano, Rotondella e Colobraro e che, dunque, hanno un interesse neanche tanto velato ad avere il servizio a due passi da casa, la stessa non si ridimensiona a semplice questione campanilistica fomentata, forse, dal politico, dal pubblico dipendente o dal medico di turno?
Domande legittime, che gli appartenenti dell’associazione “Afnedit, amici di Lisa” per mesi si sono posti in silenzio.
Poi, per il tramite del loro presidente, Vincenzo Laino hanno voluto prendere posizione sulla questione del trasferimento del reparto a Policoro.
“La questione – ricorda Laino – è sorta dopo il decesso della signora Brindisi, ma le polemiche a noi non interessano.
Certamente quel decesso non fu dovuto alla mancanza del reparto di rianimazione, come è stato affermato, perché la signora fu prontamente soccorsa dal personale ed, anche con il reparto di rianimazione, probabilmente non sarebbe cambiato nulla.
Tra l’altro, il personale in servizio a Tinchi è preparatissimo professionalmente, oltre che squisitissimo dal punto di vista umano”.
Altro punto debole di Tinchi: il problema dello spazio angusto.
“E’ vero, al momento ci sono problemi di spazio – ammette Laino – ma ricordo che il reparto avrebbe dovuto essere trasferito già da tempo dove c’erano i reparti di ostetricia e ginecologia, attualmente occupati dall’ex Inam di Pisticci: perché portarlo a Policoro, quindi, se ci sono locali a Tinchi già individuati?
Infine, tenuto conto che le patologie renali sono in grande ascesa, cosa si aspetta ad utilizzare i 700mila euro che la Regione ha stanziato per adeguare la dialisi di Tinchi con attrezzature e servizi ancor più all’avanguardia, in modo da farne un centro specialistico di riferimento per la zona jonica?”
Per loro, infatti, il reparto deve rimanere a Tinchi.
La domanda è: può avere valore quella petizione sottoscritta solo da 17 persone su 56?
Considerando che non è stata condivisa dagli altri 39, il suo valore non diventa meno pregnante?
Quando, poi, si scopre che molti dei 17 sottoscrittori risiedono tra Policoro, Scanzano, Rotondella e Colobraro e che, dunque, hanno un interesse neanche tanto velato ad avere il servizio a due passi da casa, la stessa non si ridimensiona a semplice questione campanilistica fomentata, forse, dal politico, dal pubblico dipendente o dal medico di turno?
Domande legittime, che gli appartenenti dell’associazione “Afnedit, amici di Lisa” per mesi si sono posti in silenzio.
Poi, per il tramite del loro presidente, Vincenzo Laino hanno voluto prendere posizione sulla questione del trasferimento del reparto a Policoro.
“La questione – ricorda Laino – è sorta dopo il decesso della signora Brindisi, ma le polemiche a noi non interessano.
Certamente quel decesso non fu dovuto alla mancanza del reparto di rianimazione, come è stato affermato, perché la signora fu prontamente soccorsa dal personale ed, anche con il reparto di rianimazione, probabilmente non sarebbe cambiato nulla.
Tra l’altro, il personale in servizio a Tinchi è preparatissimo professionalmente, oltre che squisitissimo dal punto di vista umano”.
Altro punto debole di Tinchi: il problema dello spazio angusto.
“E’ vero, al momento ci sono problemi di spazio – ammette Laino – ma ricordo che il reparto avrebbe dovuto essere trasferito già da tempo dove c’erano i reparti di ostetricia e ginecologia, attualmente occupati dall’ex Inam di Pisticci: perché portarlo a Policoro, quindi, se ci sono locali a Tinchi già individuati?
Infine, tenuto conto che le patologie renali sono in grande ascesa, cosa si aspetta ad utilizzare i 700mila euro che la Regione ha stanziato per adeguare la dialisi di Tinchi con attrezzature e servizi ancor più all’avanguardia, in modo da farne un centro specialistico di riferimento per la zona jonica?”
Piero Miolla