Le caratteristiche e il futuro del bosco Pantano di Policoro al centro dell’iniziativa organizzata dall’associazione “Panta Rei” a meno di un mese dal devastante incendio dello scorso venti luglio, che ha divorato circa quaranta ettari di area protetta, tra pineta, macchia mediterranea e bosco.
Proprio per riflettere sullo stato di salute dei biotopo, unica foresta planiziaria del Mezzogiorno d’Italia, l’associazione, composta da molti giovani, ha voluto organizzare l’incontro che si è tenuto nel centro visite dell’Oasi Wwf di Policoro, a poche centinaia di metri dal bosco e anch’esso danneggiato in parte dall’incendio dello scorso venti luglio.
Nel corso del dibattito sono state illustrate le caratteristiche ambientali del bosco Pantano, cinquanta ettari di foresta mesoigrofila che hanno bisogno di un habitat umido e permanentemente allagato per poter sopravvivere.
Un patrimonio ambientale molto raro e a rischio estinzione, non solo per gli incendi che ne mettono a rischio l’esistenza ma anche per il prosciugamento della falda acquifera che alimenta il bosco e per le tante attività antropiche che potrebbero danneggiarlo seriamente.
Per questo il personale del Wwf, insieme agli ambientalisti presenti, ha inviato tutti ad impegnarsi per tutelare l’ultimo lembo del bosco Pantano, una foresta lussureggiante che fino a sessant’anni fa dominava incontrastata tutta la pianura policorese, arrivando quasi alla foce del fiume Agri.
Una vera e propria “selva oscura”, come la definì lo scrittore inglese George Gissing alla fine dell’Ottocento, una bellezza ambientale che è stata quasi distrutta nel corso della riforma fondiaria e che oggi bisogna tutelare in ogni modo, per evitare che le generazioni future non possano più godere di quella che è stata raccontata come l’ultima “arca in riva al mare”.