Nella mattinata di venerdì 9 ottobre, presso il palazzo baronale di Scanzano Jonico si è svolto un forum di Informazione e Consultazione Pubblica sul Progetto di Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni (Direttiva 2007/60/CE – D.L.gs.49/2010) e relativa procedura di VAS, organizzato dall’Autorità di Bacino della Basilicata di concerto con la Regione Basilicata, la Regione Calabria e l’Autorità di Bacino della Calabria.
Dopo i saluti del sindaco, Salvatore Iacobellis, al Forum, presieduto e moderato da Antonio Anatrone, segretario generale dell’Autorità di Bacino della Basilicata, oltre a funzionari delle Autorità di Bacino coinvolte, sono intervenuti Vera Corbelli, segretario generale dell’Autorità di Bacino nazionale dei Fiumi Liri-Garigliano e Volturno, Salvatore Siviglia, segretario generale dell’Autorità di Bacino della Calabria, il rettore, Aurelia Sole, ed il professore Michele Greco dell’Università della Basilicata, Massino Bastiani, coordinatore del Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume, nonché il rappresentante della Protezione civile della Regione Basilicata.
Le conclusioni sono state svolte da Roberto Musmanno, assessore alle Infrastrutture e LL.PP. della Regione Calabria e Luca Braia, Assessore all’Agricoltura della Regione Basilicata.
La prima sessione del forum è stata dedicata alla illustrazione, alla numerosa e qualificata platea guidata dalla vice Prefetto di Matera, Dr.ssa Ermelinda Camerini, dei contenuti del Progetto di Piano del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale, relativo all’intera Italia meridionale, con approfondimenti riguardanti i territori delle Autorità di Bacino della Basilicata e della Calabria.
Gli interventi dei relatori hanno evidenziato che con la redazione dei Progetti di Piano è stata effettuata la valutazione dei rischi di alluvioni e delle dinamiche erosive e di inondazione delle aree costiere ed è stato individuato un sistema di misure strutturali, finalizzate alla riduzione delle conseguenze negative per la vita e per la salute umana, per l’ambiente, per il patrimonio culturale, per le attività economiche e per le infrastrutture, derivanti dai rischi suddetti. È stato evidenziato che una parte dei Piani è dedicata agli aspetti di protezione civile. Essa è stata redatta dalle Regioni che, in coordinamento tra loro e con il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, provvedono alla predisposizione ed attuazione del sistema di allertamento nazionale per il rischio idraulico.
L’auditing pubblico ha rappresentato una importante occasione di riflessione e di approfondimento per le Istituzioni, le Comunità locali, le Categorie produttive e la Comunità scientifica, presenti.
Corbelli, nel suo intervento, ha evidenziato tra l’altro che “con il Piano Distrettuale di Gestione del Rischio di Alluvione si è messo a punto una strategia comune per la gestione dei rischi di alluvioni in Italia Meridionale, che consentirà non solo la salvaguardia delle popolazioni, ma potrà costituire un volano per lo sviluppo economico del Mezzogiorno e uno strumento di fondamentale importanza per la tutela del rilevante patrimonio ambientale e storico-culturale presente”. Ha precisato, inoltre, che l’attività di predisposizione del Piano non sarebbe stata possibile senza il contributo determinate delle Autorità di Bacino Regionali ed Interregionali e delle Regioni operanti nel distretto.
La seconda sessione del forum ha affrontato più specificamente le problematiche del metapontino ove le criticità ambientali, discusse nell’ambito della prima sessione, sono di maggiore entità e ove sono compresenti caratteri naturali, storici ed economici di estrema rilevanza. Si pensi alla particolarità dovuta alla presenza di cinque corsi fluviali che sfociano in soli quarantadue chilometri di costa, alla fascia di vegetazione litoranea di estremo valore ambientale ed a tratti ancora ben conservata, alle eccezionali aree archeologiche, ai centri storici ed al paesaggio collinare dell’immediato entroterra, alle aree agricole con coltivazioni di pregio, al sistema di insediamenti turistici in costante sviluppo, alle problematiche proprie dell’intera costa jonica. La presenza di detta molteplicità di fattori conferisce a tale particolare ambito territoriale grandi potenzialità, che potrebbero, tuttavia, evolvere in criticità se da un lato non saranno attuate adeguate misure di prevenzione dai rischi che i Piani di Gestione delle Alluvioni e i Piani Stralcio per l’Assetto Idrogeologico consentono di conoscere, dall’altro non sarà raggiunto, mediante adeguati strumenti di programmazione, un efficace equilibrio fra i diversi settori che spesso hanno esigenze conflittuali.
L’Autorità di Bacino della Basilicata che, per il metapontino, tra l’altro svolge le attività di pianificazione per la prevenzione del rischio idrogeologico e di alluvione, si farà promotrice – ha dichiarato il Segretario Generale Anatrone – di una maggiore prevenzione dei rischi attraverso una programmazione integrata con le altre tematiche di specifico interesse per il territorio in questione. Promuoverà una attività di pianificazione comprensoriale di tipo strutturale dell’intera area jonica, con la collaborazione di tutte le amministrazioni locali, volta ad individuare, sulla base delle caratteristiche territoriali e dei rischi censiti, le aree in cui è opportuno che prevalgano misure di tutela e di conservazione dell’ambiente e quelle maggiormente idonee alle future espansioni predeterminando, per queste ultime, le condizioni per l’antropizzazione. Successivamente i Comuni potrebbero attuare in piena autonomia e con maggiore efficacia le previsioni strutturali programmate, attraverso gli strumenti urbanistici di propria specifica competenza. Una pianificazione così fatta, avrebbe il pregio di individuare contestualmente le principali priorità in materia di interventi strategici volti a ridurre le condizioni di rischio su breve, medio e lungo periodo.
Al fine di coinvolgere i soggetti che non partecipano ai processi di pianificazione tradizionale, si sta lavorando alla promozione di specifici strumenti di concertazione e copianificazione quali i “contratti di fiume”, che sono stati oggetto dell’intervento dell’architetto Massimo Bastiani. La particolare compresenza nell’area costiera jonica di cinque ambiti di foce – è stato precisato nel corso del forum – indurrebbe a denominarlo “contratto di foci” o “contratto di costa”. In sostanza, una partnership tra i vari soggetti, fra cui Istituzioni, Università, Enti di Ricerca, Associazioni di categoria, Associazioni ambientaliste, soggetti gestori di opere e infrastrutture che, individuate le finalità comuni, ciascuno per la propria parte e competenza, attuino misure e azioni condivise, per contrastare e prevenire le situazioni critiche, che negli ultimi decenni si sono verificate con cadenze molto ravvicinate, e valorizzare le potenzialità del territorio attraverso uno sviluppo sostenibile.
I percorsi così caratterizzati potrebbero senz’altro fare riferimento a fondi di finanziamento europei, alcune già programmate negli specifici piani regionali, altre da attivare mediante specifici ed innovativi progetti a livello comunitario.
Durante l’intervento che ha concluso l’intensa mattinata di lavoro, l’assessore Braia, ha evidenziato che l’agricoltura con i propri addetti ed i relativi insediamenti, rappresenta l’unico vero presidio del territorio. Pertanto – ha ribadito – essa con le proprie attività, costituisce un elemento essenziale nella tutela del territorio e dell’ambiente, quindi, nel condividere strategie ed obiettivi emersi nel corso dei lavori, ha fatto proprie le sfide innovative per affermare la cultura della prevenzione dal rischio alluvioni ed ha assicurato la massima collaborazione, candidando il Dipartimento rappresentato quale vero e proprio motore propulsore per alimentare i “contratti di fiume” che, nelle aree interessate, potranno e dovranno costituire lo strumento all’interno del quale coniugare gli interessi dell’agricoltura e dell’ambiente.