Si parlerà di “Distruzione e tutela del patrimonio culturale in assetto di guerra” nella conferenza organizzata venerdì prossimo a Taranto dall’associazione culturale “Presenza Lucana”.
Relatore sarà l’archeologo Antonio Affuso, presidente della cooperativa “Archeoart” di Policoro.
I conflitti armati costituiscono una delle cause principali di distruzione del patrimonio culturale delle nazioni.
La distruzione di un monumento, di una biblioteca, di un’opera d’arte rappresenta un’azione che mira alla cancellazione della identità di un popolo.
“Gli episodi più rilevanti di devastazione del patrimonio culturale italiano – ricorda l’archeologo – si sono verificati durante la seconda guerra mondiale.
E’ nota la distruzione sistematica delle città italiane voluta da Churchill per fiaccare il regime fascista.
La battaglia di Cassino è considerata ancora oggi uno degli scontri bellici più distruttivi e discussi.
Il 13 febbraio del 1945, a meno di tre mesi dalla fine della seconda guerra mondiale in Europa, gli aerei angloamericani effettuano il bombardamento più insensato della storia: distruggono Dresda e uccidono gran parte dei suoi abitanti in una sola notte.
Tale bombardamento viene definito crimine di guerra sia per gli eccidi della popolazione civile sia perché Dresda si presentava come una splendida città e uno dei cuori artistici e culturali d’Europa, tanto da essere nota col nome di Elbflorenz, la Firenze dell’Elba.
Le ingenti distruzioni di monumenti e musei, durante la seconda guerra mondiale, hanno indotto a definire misure di protezione sistematiche dei patrimoni nazionali: la base normativa internazionale più rilevante è la Convenzione dell’Aia del 14 Maggio 1954, messa in vigore dall’Unesco: gli stati firmatari si impegnano a pianificare già in tempo di pace le misure per proteggere il patrimonio.
Le azioni di tutela diventano ancor più significative allorquando la distruzione dei beni culturali non è accidentale ma intenzionale.
Sappiamo che la guerra interetnica nei paesi della ex Jugoslavia, oltre agli eccidi della popolazione civile, ha comportato anche I’accanimento distruttivo contro il patrimonio culturale.
La distruzione delle statue del Buddha in Afganistan nel 2001, per cancellare dal territorio afgano la presenza di simboli religiosi in concorrenza con l’Islam, e il saccheggio dei musei durante la guerra irachena sono prove che i beni culturali vengono scelti anche come obiettivi bellici e terroristici”.
L’appuntamento è per venerdì prossimo alle ore 18,00, presso la sede dell’associazione Presenza Lucana – via Veneto, 106/a, Taranto,