“Dalla teoria alla sperimentazione, per l’Itas di Marconia di Pisticci potrebbe cominciare a breve il nuovo corso che farà del prestigioso istituto un esempio avanzato di didattica”, spiega il consigliere provinciale con delega all’edilizia scolastica Andrea Badursi nel commentare l’incontro di questa mattina a cui hanno partecipato fra gli altri Sergio Gallo, dirigente Alsia, Carmelo Mennone, direttore dell’Azienda sperimentale Pantanello, il dirigente scolastico, professor Francesco Di Tursi e il consigliere Badursi.
“I terreni da sempre destinati all’azienda agraria dell’Itas, situati nelle immediate vicinanze del Basento, non sono più utilizzabili perché soggetti ad allagamenti e non in sicurezza, pertanto stiamo valutando la possibilità di individuare aree e immobili strumentali da mettere a disposizione degli studenti nell’ambito dell’azienda sperimentale Alsia – Pantanello”, ha continuato Badursi che ha aggiunto: “Come Provincia di Matera, che ha avuto un ruolo propulsivo, abbiamo riscontrato
gradimento, partecipazione e voglia di progettare in questa direzione da parte degli autorevoli interlocutori incontrati, siamo molto fiduciosi sugli sviluppi concreti dell’iniziativa che è senza dubbio la risposta migliore che si possa
dare a chi ha coltivato il disfattismo sterile rispetto alle sorti dell’Itas che si prepara ad entrare nel futuro puntando sulla formazione totale che va dallo studio in aula alla pratica fatta di sperimentazione e contatto diretto con la ricerca scientifica. La formula darà i suoi frutti in termini di apprendimento e preparerà i nuovi tecnici per affrontare fin da subito il lavoro. Chi lo vorrà invece, disporrà di un patrimonio culturale ed esperenziale di altissimo spessore da mettere a frutto all’Università. A dare il suo apprezzamento sull’iniziativa Giovanni Oliva, dirigente generale del Dipartimento Agricoltura e Forestazione della Regione Basilicata”.
“I terreni da sempre destinati all’azienda agraria dell’Itas, situati nelle immediate vicinanze del Basento, non sono più utilizzabili perché soggetti ad allagamenti e non in sicurezza, pertanto stiamo valutando la possibilità di individuare aree e immobili strumentali da mettere a disposizione degli studenti nell’ambito dell’azienda sperimentale Alsia – Pantanello”, ha continuato Badursi che ha aggiunto: “Come Provincia di Matera, che ha avuto un ruolo propulsivo, abbiamo riscontrato
gradimento, partecipazione e voglia di progettare in questa direzione da parte degli autorevoli interlocutori incontrati, siamo molto fiduciosi sugli sviluppi concreti dell’iniziativa che è senza dubbio la risposta migliore che si possa
dare a chi ha coltivato il disfattismo sterile rispetto alle sorti dell’Itas che si prepara ad entrare nel futuro puntando sulla formazione totale che va dallo studio in aula alla pratica fatta di sperimentazione e contatto diretto con la ricerca scientifica. La formula darà i suoi frutti in termini di apprendimento e preparerà i nuovi tecnici per affrontare fin da subito il lavoro. Chi lo vorrà invece, disporrà di un patrimonio culturale ed esperenziale di altissimo spessore da mettere a frutto all’Università. A dare il suo apprezzamento sull’iniziativa Giovanni Oliva, dirigente generale del Dipartimento Agricoltura e Forestazione della Regione Basilicata”.
Infine, Badursi nel parlare del problema legato ai laboratori dell’Isis di Policoro, altra questione finita sul tavolo dell’Ente Provincia, ha annunciato che la ditta ha consegnato le chiavi dei laboratori e relative certificazioni. “Gli studenti che in questi giorni hanno giustamente fatto presente il problema del mancato utilizzo dei laboratori, potranno disporre degli stessi per integrare il loro percorso educativo, didattico e professionale. Il mio ringraziamento va al presidente della Provincia Francesco De Giacomo, che ha portato a compimento l’impegno assunto alcuni mesi fa, e alla ditta che ha
dimostrato senso di responsabilità e fiducia comprendendo da una parte l’esigenza dei ragazzi, dall’altra i limiti talvolta irragionevoli che impone il patto di stabilità”.
dimostrato senso di responsabilità e fiducia comprendendo da una parte l’esigenza dei ragazzi, dall’altra i limiti talvolta irragionevoli che impone il patto di stabilità”.