Torna Venerdì 12 maggio alle ore 21 al Rosetta Jazz Club Attilio Troiano per portare nella città dei Sassi il suo viaggio a spasso nel tempo nel songbook americano. Insieme a lui, Giuseppe Venezia e Giovanni Scasciamacchia, amici da sempre, ed altri ospiti a sorpresa che si susseguiranno nel corso della serata.
«Suonare al Rosetta è sempre un piacere – commenta Troiano – . Per prima cosa perché è il club di un amico fraterno, Giuseppe Venezia, e poi perché c’è un clima molto intimo con un pubblico sempre attento e rispettoso. Un pubblico che ha sempre delle grandi aspettative visto che il Rosetta ha sempre un programma ricco di eventi di alto livello artistico».
Polistrumentista, cantante, direttore d’orchestra, compositore, Attilio Troiano è uno dei talenti più puri del Made in Italy. Da anni sulle scene jazz internazionali al fianco di grandi nomi della musica, si è distinto nel corso degli anni per la facilità con cui si approccia a moltissimi strumenti, sassofoni, tromba, trombone, clarinetto, eufonio, contrabbasso, chitarra, pianoforte, flauto e tantissimi altri, oltre che, naturalmente, il canto.
«Il mio rapporto con la musica è un rapporto viscerale. Senza di essa la mia vita non avrebbe lo stesso significato – prosegue -. La musica semplicemente mi salva la vita e mi insegna a vivere. Fa sì che io possa imparare ed insegnare a mia volta come vivere nel migliore dei modi lasciando forse un segno di amore su questo pianeta».
Attilio si avvicina alla musica in giovanissima età studiando clarinetto al Conservatorio “E.R. Duni”di Matera. Dal clarinetto passa ai sassofoni e da lì scopre una serie infinita di strumenti ai quali si approccia con successo. Vanta collaborazioni importantissime tra le quali ricordiamo: Scott Hamilton, David Paquette, Peter Bernstein, Luciano Milanese, Stjepko Gut, John Dimartino. Duffy Jackson, Lino Patruno, Paul Gil, Mike Karn, Pat O’leary, Pasquale Grasso, Ed Polcer, Greg Hutchinson solo per citarne alcuni.
Con Troiano al pianoforte e fiati, Giovanni Scasciamacchia alla batteria e Giuseppe Venezia al contrabbasso, saranno diversi gli ospiti a sorpresa a salire sul palco del Rosetta venerdì sera. Il risultato, anche questa volta, sarà imprevedibile: «Credo che una delle cose più belle del jazz sia proprio il fatto di non sapere cosa bisogna aspettarsi ed al tempo stesso di aspettarsi di tutto!», conclude.