Prende il via la formazione dei volontari impegnati nell’iniziativa “Un defibrillatore in ogni Comune”. Si tratta dell’evoluzione di un progetto nazionale, inizialmente rivolto a un ristretto numero di Comuni, che la Regione Basilicata ha inteso rafforzare ed estendere, con apporto di risorse proprie, a tutti i Comuni che ne hanno fatto richiesta. Il progetto è stato presentato questa mattina a Matera, nell’auditorium “G. Moscati” dell’ospedale Madonna delle Grazie. Erano presenti l’assessore alla Salute, Attilio Martorano, il dirigente dell’Asp, Mario Marra, il dirigente sanitario dell’Asm, Andrea Sacco e il dirigente del Dires, Libero Mileti.
Avere a disposizione un defibrillatore e poter contare su personale qualificato e addestrato è una possibilità in più contro una patologia cardiovascolare particolarmente insidiosa, che colpisce a ogni età e in modo imprevedibile. Le aritmie ventricolari sono la causa principale della cosiddetta “morte improvvisa”, conseguenza di un arresto cardiocircolatorio. In questi casi l’unica terapia efficace è la defibrillazione. L’unica in grado di salvare una vita. Ma si tratta di un intervento che deve avvenire in tempi brevissimi: entro i primi minuti dal malore. Più tempo passa e più basse saranno le probabilità di sopravvivenza.
All’iniziativa, promossa dal Dipartimento regionale alla Salute, hanno aderito finora oltre 110 Comuni, i quali, a loro volta, hanno segnalato i volontari disponibili a partecipare all’attività formativa. Oggi inizia la prima fase della formazione che terminerà a giugno. In totale le attività interesseranno circa 1300 volontari, divisi per gruppi. La formazione dei volontari sarà curata dal Dipartimento Interaziendale per l’Emergenza Sanitaria. Questo costituirà anche, attraverso le specificità organizzative e gestionali della Centrale operativa 118 ed in stretto collegamento con i Comuni aderenti, il fulcro della futura organizzazione e sarà il responsabile per la gestione e formazione continua del progetto.
Il defibrillatore semiautomatico esterno, che sarà fornito ai Comuni aderenti, è un dispositivo medico che può essere utilizzato non solo in strutture sanitarie ma anche in qualsiasi altro luogo. E’, perciò, fondamentale che i defibrillatori siano collocati in punti strategici, equidistanti dai luoghi dove vi si registra un elevato afflusso permanente di persone (scuole, caserme, uffici), in ambienti dove le presenze sono variabili (stadi, palestre, auditorium, musei, chiese), in particolari località (contrade, frazioni) e sui mezzi della polizia municipale. Con il progetto “Un defibrillatore in ogni Comune”, l’uso dei defibrillatori semiautomatici esterni sarà capillarmente diffuso su tutto il territorio della Basilicata. Con la formazione dei gruppi di volontari nei Comuni aderenti sarà perciò presto operativo un presidio di primo soccorso pronto ad intervenire nei casi di effettiva necessità, evitando esiti infausti.
Il progetto “Un defibrillatore in ogni Comune“ trae origine dal programma del Ministero della Sanità denominato “Defi.Ter.“. Le risorse messe a disposizione della Regione Basilicata erano, però, sufficienti ad acquistare soltanto 37 defibrillatori e a formare 600 volontari. In tal modo non si sarebbe potuto coprire tutto il territorio regionale. Da qui la decisione della Regione di stanziare ulteriori fondi e di assicurare a tutti i Comuni lucani che lo avessero voluto la disponibilità di almeno un defibrillatore sul proprio territorio e di formare almeno 1.300/1.500 volontari per l’impiego delle attrezzature. Attualmente ai 37 defibrillatori se ne sono aggiunti altri 33, acquistati al costo di 33 mila euro, mentre è stato programmato l’acquisto di ulteriori 50 defibrillatori al costo di 50 mila euro più i costi necessari per la formazione.
Scopo del progetto è quello di realizzare una rete capillare di defibrillatori distribuiti sul territorio e di persone formate e certificate per l’esecuzione delle prime manovre rianimatorie e per l’utilizzo delle apparecchiature.
Il progetto è promosso dal Dipartimento regionale alla Salute Regione Basilicata, e si fonda sulla collaborazione con i Comuni aderenti, che hanno indicato le migliori soluzioni di collocazione delle apparecchiature e i volontari destinati ad essere formati per custodirle ed impiegarle. L’attività di formazione dei volontari sarà curata dal Dipartimento Interaziendale per l’ Emergenza Sanitaria.
Per l’attività di formazione, i Comuni aderenti sono stati suddivisi in tre gruppi di priorità il primo dei quali ne comprende, ad oggi, 38, il secondo 47 ed il terzo 25. La priorità è data dall’esistenza o meno di apparecchiature già presenti, a diverso titolo, sul territorio (postazioni 118, Protezione Civile ecc. ).
Alla fine della formazione saranno consegnati i dispositivi.
Il progetto realizzerà una rete capillare di presidi dedicati all’emergenza sanitaria cardiovascolare. Pur essendo imperniato sul volontariato, il progetto garantirà la presenza di volontari formati, certificati, aggiornati e funzionalmente collegati alla Centrale operativa 118. Si tratta di un modello sperimentato per la Protezione civile che ha dato buoni risultai di efficienza ed affidabilità. La struttura organizzativa coinvolge direttamente i Comuni e le Conferenze dei Sindaci delle Aree programma, cioè dei futuri Distretti di Comunità.