“Chi ama la Politica (quella vera, con la P maiuscola, basata su valori importanti e irrinunciabili) non può rimanere indifferente di fronte ai risultati che, a Pisticci, portano in ballottaggio Viviana Verri e il sindaco uscente Vito Di Trani. Non si può, perché i risultati usciti dalle urne sono una lezione di democrazia talmente alta che anche un bambino lo comprenderebbe.
Per me, con una tessera Pd in tasca e componente dell’assemblea nazionale del Partito, quello di Pisticci è stato un risultato che non ha riservato sorprese. Chi veramente credeva potesse andare diversamente o vive su Marte o si dedica a quel tipo di politica (con la p minuscola) che si chiude nelle stanze decisionali, tenendo il mondo fuori, a distanza.
Chi mi conosce sa bene che io non appartengo a questa categoria di persone e forse è proprio per questo che nella vita reale non ho “fatto carriera”. Mi vado bene così, con una figlia da crescere, un cancro da combattere e tante persone che mi vogliono bene e credono in me, nella mia onestà e nella mia tenacia. Io vivo tra la gente reale, nelle piazze, fuori dai portoni delle scuole, in ospedale, nei bar. Ascolto la gente ogni giorno, non solo quando c’è un voto da chiedere. Sono una di loro, una donna del popolo, con gli stessi problemi e le stesse difficoltà.
Con la schiettezza che mi caratterizza già un anno fa chiesi al segretario cittadino del PD, Rocco Negro, alla segreteria e al coordinamento cittadino, che il candidato sindaco per questa tornata elettorale potesse essere scelto attraverso la celebrazione delle primarie, come previsto dallo Statuto del partito. Lo ritenevo necessario, per giungere alla composizione di una coalizione di centrosinistra forte, nella quale fare spazio alla società civile, al mondo dell’associazionismo, agli ambientalisti.
In risposta ho ricevuto nette chiusure. Il segretario Negro mi ha anche ben chiarito che le primarie sarebbero state rappresentate dal primo turno. Chi le avesse vinte avrebbe (poi) aggregato la coalizione. Strategie di una politica della follia.
Durante l’ultimo coordinamento cittadino a cui ho partecipato, ho preso atto che era già tutto deciso a tavolino. Il candidato sindaco perfetto non poteva che essere il neo-antezziano Badursi, che andava all’incasso non già di risultati politici raggiunti e dimostrabili, ma del suo appoggio alla corrente Antezza-Braia, oltre che di non nuovo inedito sostegno da parte del segretario provinciale del PD, Pasquale Bellitti. E chi non fosse stato di questo avviso si sarebbe posto fuori dal Pd.
Rifacendomi ad una vecchia massima da saggezza popolare, ho ricordato che “ognuno sceglie il ramo dell’albero a cui impiccarsi”, ma, non intendendo partecipare a questo suicidio del Pd, ho salutato e me ne sono tornata nelle mie piazze, tra la “mia” gente, pur cercando di non condizionare in alcun voto l’esito del voto.
Ed ecco lo straordinario risultato raggiunto dall’asse Negro-Bellitti: una sonora sconfitta che vede il candidato del PD ufficiale, Badursi, arrivare ULTIMO, con la lista del PD smembrata dei suoi componenti migliori e riempita con candidati di ben altre estrazioni politiche, che hanno lasciato in ombra i pochi esponenti del partito presenti in lista.
Non c’è soddisfazione nel mio “ve lo avevo detto”, quanto dolore e rabbia, per come si è voluto distruggere questo partito con vecchie logiche che il popolo non accetta più.
E così, mentre qualcuno ha creduto di poter governare il mondo con pacchetti di tessere (pagate? Non pagate? Impossibile saperlo: nella sezione PD di Pisticci e Marconia non si approva un bilancio dal 2013), fuori la gente vera si è ritrovata a combattere ogni giorno con la mancanza di lavoro, o con malattie che ti distruggono il corpo e l’anima.
Fuori, fuori dalle stanze a porte chiuse, la piazza ha gridato il suo urlo di dolore, inascoltata, fino a giungere al risultato del 5 giugno, che boccia sonoramente ogni scelta che il PD locale (quanto meno quello ufficiale) abbia adottato, con un candidato sindaco che riscuote 400 consensi in meno dei voti raggiunti dalle sue liste.
E’ quindi giunto il momento che il segretario cittadino Rocco Negro e il segretario provinciale Pasquale Bellitti ammettano il fallimento, rassegnando immediatamente le proprie dimissioni e consentendo di riaprire le porte del Partito Democratico di Pisticci e Marconia.
Solo così si potrà immaginare di rifondare il partito a livello locale, riportandolo nei luoghi che gli erano propri: nelle piazze, provando a recuperare quel rapporto con la gente che qualcuno ha seriamente compromesso”.
Mirna Mastronardi