Dopo gli impianti di defibrillatore sottocutaneo eseguiti presso l’Ospedale Madonna delle Grazie di Matera da Giacinto Calculli, responsabile del Dipartimento Cardiologico interaziendale e Direttore di Unità Complessa di Cardiologia di Matera e Policoro, un analogo intervento è stato eseguito anche presso l’Ospedale Giovanni Paolo II di Policoro.
E’ stato infatti impiantato nel nosocomio jonico un defibrillatore sottocutaneo, cioè inserito sottopelle senza toccare né il cuore né i vasi sanguigni.
L’impianto è stato effettuato dal dr. Andrea Andriani in accordo con il dr. Calculli, responsabile dell’Unità Operativa di Cardiostimolazione ed Elettrofisiologia afferente all’U.O. UTIC-Cardiologia dell’O.C. di Policoro.
Il sistema, totalmente sottocutaneo, si compone di un generatore che viene impiantato nella regione toracica laterale sinistra, connesso unicamente ad un elettrocatetere in posizione parallela al margine sternale.
Il dispositivo con relativo elettrocatetere è alla terza generazione di sistema e può rappresentare una valida alternativa terapeutica ai sistemi endocardici convenzionali.
E’ stato necessario ricorrere alla nuova tecnologia per una donna di 57 anni, a rischio morte cardiaca improvvisa e priva di idonei accessi vascolari. Tale terapia è inclusa nelle attuali linee guida emanate dall’ ESC – European Society of Cardiology ad agosto 2015.
L’età media bassa dei pazienti emerge dai numerosi studi condotti sul defibrillatore sottocutaneo.
Questo indica che la terapia S-ICD é una valida alternativa per pazienti con una lunga aspettativa di vita.
Il sistema S-ICD è un sistema MRI-Conditionally Safe che permette ai pazienti di sottoporsi a scansioni di Risonanza Magnetica a 1.5T in completa sicurezza. Il sistema è anche compatibile con il monitoraggio remoto che permette di monitorizzare il sistema impiantato a distanza, cioè attraverso un comunicatore istallato presso l’abitazione del paziente.
L’intervento – secondo Andriani – eseguito presso la struttura ospedaliera Giovanni Paolo II di Policoro, consente ai pazienti di poter usufruire di tecnologie mediche innovative e di soluzioni terapeutiche “minimamente invasive” nel loro territorio di residenza.