Anche nel Metapontino sarà una Pasqua all’insegna della crisi

uovo

Ancora una Pasqua di austerità per i lucani.

Nonostante il pienone registrato da negozi e supermercati nelle ultime ore, anche la costa jonica lucana ha registrato un calo delle vendite, soprattutto per quei generi non considerati di prima necessità.

Emblematico  il calo del 10% dei prodotti di pasticceria: le massaie lucane hanno preferito rinunciare a uova di pasqua e colombe e a realizzare dolci fatti in casa piuttosto che acquistarli già pronti nei negozi specializzati.

In diminuzione anche la quota di chi ha scelto di trascorrere le vacanze pasquali fuori casa, magari scegliendo una meta nazionale o estera: secondo una stima nazionale il calo di chi trascorrerà almeno una notte in albergo è del -14,1% rispetto allo scorso anno.

La rilevazione arriva da Federalberghi, secondo la quale c’è il rischio che l’economia turistica torni ai livelli del dopoguerra.

Tra i pochi che si concederanno una vacanza, quasi l’88% resterà in Italia (rispetto al 90% del 2012), mentre il 12% (rispetto al 10% del 2012) andrà all’estero.

La casa resta il luogo privilegiato per il pranzo di Pasqua in 4 casi su 5. Secondo le stime della Cia, la Confederazione italiana agricoltori, il menù casalingo costerà intorno ai 20 euro a persona, con una spesa familiare che si aggirerà sugli 80 euro.

 

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