Un’associazione a delinquere sull’asse Albania -Metapontino dedita al traffico e lo spaccio di droga, in particolare eroina, cocaina e marijuana, è stata portata alla luce dall’operazione “Metalba”, condotta dai Carabinieri del Ros e della Compagnia di Policoro e coordinata dalla Direzione distrettuale Antimafia di Potenza.
Oltre cento i carabinieri impegnati martedì notte nell’eseguire le ordinanze di custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari nei confronti di altrettante persone ritenute responsabili di aver fatto parte, a vario titolo, dell’associazione con base a Tursi, ma operante anche sul litorale Jonico-lucano. Diciassette persone sono indagate per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti mentre ci sono altri indagati irreperibili.
Le indagini hanno preso il via dalle dichiarazioni di una collaboratrice di giustizia di origine albanese; la donna ha iniziato a parlare con gli investigatori circa tre anni fa dopo essere stata messa sotto protezione a seguito dei maltrattamenti subiti da parte del convivente, arrestato nell’operazione di martedì.
L’indagine – che è solo la conclusione di una più ampia attività d’indagine che nel corso del tempo ha consentito di effettuare numerosi arresti in flagranza di reato e sequestri di stupefacente solo apparentemente casuali – ha portato alla luce un solido e diffuso traffico di sostanze stupefacenti che si era instaurato sull’asse Albania — Metapontino, per il tramite di soggetti stranieri “fornitori” (insediatosi nella provincia Matera) in contatto diretto con la nazione d’origine per l’approvvigionamento della droga; di seguito lo stupefacente giunto nei nostri territori veniva capillarmente spacciato anche in concorrenza con altri gruppi criminali. A conferma degli elementi già raccolti durante le indagini, nel corso dell’esecuzione delle misure cautelari, non solo, presso gli indagati, è stata trovata sostanza stupefacente, ma pure uno scanner utilizzato per segnalare la presenza di microspie, a dimostrazione del sofisticato livello organizzativo del sodalizio che aveva costante necessità di proteggere le sue attività illecite dalle indagini in corso.
I reati contestati, sono quelli di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e spaccio (artt. 73 e 74 D.P.R. 309/1990).
Il provvedimento restrittivo è scaturito da una complessa indagine, in cui risultano indagati, oltre a quelli sopra indicati, anche ulteriori 17 soggetti per il solo reato di spaccio di sostanze stupefacenti (art. 73 D.P.R. 309/1990), che ha coinvolto il gruppo “Russo”, già parzialmente decimato dall’operazione “Rusca” conclusa, sempre dagli stessi organi investigativi coordinati da questa Procura Distrettuale, con gli arresti del 4 ottobre 201 8, che interessarono anche altri sodalizi operanti nel metapontino (Schettino e Donadio).
Secondo gli inquirenti le indagini hanno “evidenziato, ancora una volta, come il materano, e in particolare la sua fascia ionica, sia il territorio della Basilicata in cui la presenza del crimine organizzato è più asfissiante”.