“Rilanciare e valorizzare tutto ciò che è legato alle produzioni locali agroalimentari, enogastronomiche e alle specificità produttive che compongono un patrimonio culturale inestimabile per la Basilicata è l’obiettivo di questa legge. La Basilicata punta a valorizzare l’istituzione delle De.Co che tanti Comuni già adottano e, di conseguenza, ne istituisce – tra le prime regioni in Italia – il registro regionale che auspichiamo possa diventare lo strumento efficace per promuovere il nostro territorio anche attraverso le produzioni tipiche locali, nonché difendendo i loro legami con la storia, con le tradizioni e con i saperi di ogni area. Voglio ringraziare il Consiglio Regionale, dopo un anno dalla presentazione della proposta, per aver finalmente approvato l’istituzione del registro regionale dei Comuni con prodotti a Denominazione Comunale (De.Co.), d’iniziativa dei consiglieri di Italia Viva e sottoscritta in aula anche dal collega Baldassarre. Sarebbe ora opportuno che la DGR relativa al piano di Agromarketing per le attività di comunicazione e promozione integrata dell’agroalimentare di Basilicata per l’anno 2022, approvata nei giorni scorsi, comprendesse anche quanto previsto da questa legge. Ne ho inviato copia alle 131 amministrazioni comunali perché si abbia immediata conoscenza in tutti i territori di Basilicata delle potenzialità della legge e delle opportunità che ne scaturiranno, stimolando già i Sindaci ad attivarsi per l’inserimento nel registro regionale non appena – auspichiamo presto – sarà operativo.”
Lo dichiara il Consigliere Luca Braia, capogruppo Italia Viva
“Le De.Co. possono veicolare e promuovere le identità delle nostre comunità ed attivare processi di sviluppo territoriale, anche ecosostenibili – prosegue Luca Braia – portando numerosi benefici alla collettività, per le aziende locali, i cittadini e per l’intero territorio di riferimento. Soprattutto, portano indotto economico anche negli altri comparti produttivi (turistico-culturale, artigianato, commercio), quindi in ottica di contrasto allo spopolamento, generano attività e animazione. Ogni Comune può in ogni momento adottare, con propria delibera, una Denominazione Comunale (De.Co.) per un prodotto, un piatto, un sapere, con i quali una comunità si identifica e utilizzare tale denominazione come strumento di salvaguardia e promozione delle proprie produzioni agroalimentari, perché strettamente legate alle specificità culturali e storiche del territorio. Il Registro regionale De.Co. costituirà una base informativa pubblica e divulgativa, identificata da un apposito logo distintivo regionale. Da singoli comuni a patrimonio messo in rete, organizzato a beneficio di residenti e turisti, in prospettiva di marketing territoriale identitario.
Una De.Co. può essere associata a un prodotto agroalimentare o gastronomico ma anche a una ricetta, al valore storico della tradizione locale, a una festa particolare, una fiera, una sagra oppure può essere una tecnica particolare di coltivazione o di allevamento, tutti elementi peculiari e identificativi di una determinata comunità. Nella nostra regione ve ne sono tantissime, mettere a sistema in un registro regionale quale contenitore delle tradizioni locali di ogni singolo Comune, nonché dei soggetti privati e giuridici che effettuano le produzioni tradizionali e contrassegnate dal Comune di origine aiuterà a fare maggiore sistema.
Sarà il Dipartimento Politiche agricole e forestali – conclude il Consigliere Luca Braia – insieme ai Sistemi culturali e turistici e, ognuno per le proprie competenze, con il supporto dell’Alsia e dell’Apt a curare il registro, assicurando alle produzioni De.Co. che vi saranno regolarmente iscritte grande visibilità, promozione e azione di divulgazione, attraverso gli strumenti informativi, anche su piattaforma digitale, mediante adeguata programmazione annuale. Nel pieno rispetto delle normative nazionali e comunitarie, inoltre, promuove varie iniziative di sostegno per tutte le filiere che integrino e promuovano i prodotti De.Co. che, a differenza dei prodotti a marchio UE, non possono utilizzare risorse provenienti da fondi europei.”