Per il sindacalista “le sempre più frequenti operazioni delle forze dell’ordine ci dicono che la legge 199 del 2016, da noi fortemente voluta e sostenuta, sta funzionando sul piano del contrasto penale allo sfruttamento e all’intermediazione illecita di lavoratori, ma resta ancora molto da fare nella parte che riguarda la prevenzione e la promozione di una sana cultura d’impresa e del lavoro di qualità”.
“Gli stessi dati sulle regolarizzazioni, che sono ben al di sotto delle aspettative iniziali del governo, confermano che c’è uno zoccolo duro di imprenditoria agricola illegale che non intende rinunciare ai vantaggi dello sfruttamento e la stessa pandemia, senza specifici interventi di sostegno da parte del governo, potrebbe far scivolare alcune imprese nella parziale o totale illegalità. Allo stesso tempo va fatto un intervento a valle per riequibrare la distribuzione del valore lungo tutta la filiera agroalimentare e rafforzato il canale della bilateralità per una gestione socialmente responsabile del mercato del lavoro agricolo”, conclude il segretario della Fai.