Conclusa a Pisticci Scalo la due giorni "NO Triv"

Una proposta di legge popolare per cambiare la legislazione in materia di concessioni petrolifere e l’introduzione, nella procedura che autorizza le trivellazioni, del Vis, la valutazione d’impatto sulla salute. 
Sono le principali istanze del coordinamento nazionale No Triv, che ha visto i suoi albori a Pisticci scalo e nella due giorni basentana ha suddiviso il suo lavoro in tre gruppi: ciascuno ha dibattuto e prodotto una proposta indipendente da confrontare con quelle degli altri. 
Su queste basi è stato creato un documento unitario. 
Il primo dei tre gruppi si è occupato di “Modelli di sviluppo e processi economici”: con Gianni Fabbris, coordinatore di Altragricoltura, nelle vesti di facilitatore, il gruppo ha esaminato dal punto di vista dello sviluppo e da quello economico il mondo delle trivellazioni, convenendo che è opportuno fare emergere buone pratiche per uscire dalla dipendenza dal petrolio. 
Il gruppo che ha affrontato la tematica delle “Estrazioni petrolifere e impatto su territorio, ambiente e salute”, coordinato nelle vesti di facilitatore dall’oncologo campano Antonio Marfella ha invece sentenziato che controllore e controllato non possono essere la stessa cosa, così come non è possibile accettare che l’istituzione dica che controllare l’Eni è impossibile perché l’Eni è lo Stato: le compagnie petrolifere, infatti, perseguono il profitto e ciò è contro gli scopi dello Stato. 
Infine, il gruppo che ha studiato e dibattuto il tema delle “Normative e servitù energetiche. Difesa della Costituzione e dei territori”, facilitato da Enzo Di Salvatore, costituzionalista dell’Università di Teramo, ha ritenuto che la protesta ed il dissenso devono essere ridotti ad una normazione: c’è bisogno di una legge organica sul petrolio.
 In tal senso, No Triv proverà a portare avanti una proposta di legge popolare senza affidarsi alla politica, che subisce le scelte corporative. 
Nei prossimi giorni No Triv farà pervenire ai parlamentari, però, una lettera per spiegare cosa il coordinamento nazionale intende perseguire: nell’approssimarsi della conversione del decreto legge che potrebbe ulteriormente liberalizzare le trivellazioni, è opportuno che deputati e senatori abbiano ben chiara la materia: esso, tra le altre cose, elimina il vincolo della 12 miglia dalla costa per trivellare, ma solo per le concessioni a partire dal 2020, con il rischio che di vedersi spuntare le trivelle a pochi metri dalla battigia. 

Piero Miolla
Foto Grieco

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