Mancano all’appello soprattutto tecnici Ict, progettisti di software, ma anche autisti di camion, operai edili, elettricisti, meccanici, idraulici. Per la più alta percentuale di difficoltà di reperimento nel 2022 sono in testa le professionalità dell’ambito digitale e dell’Ict: progettisti e amministratori di sistemi (difficile da trovare l’83,9% del personale richiesto dalle imprese, pari a 3.750 lavoratori) e analisti e progettisti di software (è ‘scoperto’ l’80,8% dei posti offerti dalle imprese, pari a 10.760 professionalità). Mancano anche 13.200 tecnici programmatori, il 66,8% del totale necessario. In Basilicata si tocca quota 41,4% nei comparti artigiani e 33,6% in quelli non artigiani.
Crisi demografica, rivoluzione digitale e gap tra scuola e mondo del lavoro. Sono queste le principali cause della carenza di manodopera denunciata da Confartigianato, che in un recente report lancia un vero e proprio sos.
In valore assoluto, i lavoratori che scarseggiano di più sul mercato del lavoro sono gli autisti di mezzi pesanti e camion (85.490 i lavoratori difficili da reperire nel 2022, pari al 56,7% del totale richiesto dalle piccole imprese), seguiti dagli operai edili (80.620 i lavoratori che non si trovano, pari al 46,2% del totale necessario alle aziende), elettricisti nelle costruzioni civili (41.460 posti scoperti, equivalenti al 63,4% del totale dei lavoratori da assumere), idraulici (ne mancano 22.550, pari al 70,1% di quelli necessari), acconciatori (vacante il 50,1% dei posti pari a 21.290), meccanici e riparatori di automobili (non si trovano 20.850 lavoratori, pari al 69,9% di quelli richiesti dalle imprese).
Per trovare personale nel 2022 le imprese hanno impiegato in media 3,3 mesi, ma i tempi si sono allungati a 4,7 mesi per gli operai specializzati: per 96.350 di queste figure professionali qualificate occorre oltre 1 anno di ricerca.
“La difficoltà delle nostre imprese a reperire personale – sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli – è la conseguenza di una molteplicità di fattori: dalla crisi demografica al gap tra scuola e mondo del lavoro, dalla rivoluzione digitale fino alle nuove aspettative e propensioni, soprattutto dei giovani, nei confronti del lavoro. Per questo, la carenza di manodopera va affrontata con un approccio sistemico e coordinato, anche di tipo culturale, degli interventi di politica economica e delle misure per riattivare il mercato del lavoro. Notevole è l’impegno, nell’artigianato, ad investire su una contrattazione collettiva di qualità che, con l’obiettivo di fidelizzare i lavoratori alle imprese, prevede anche importanti tutele di welfare bilaterale” .
“Non è certo la prima volta che Confartigianato lancia l’allarme mentre– aggiunge Rosa Gentile, presidente confederale a Matera – cresce il divario di genere con la quota più alta di donne che nonostante la laurea, la specializzazione, la formazione si trasferiscono fuori regione dove è più alta la richiesta. La nostra analisi dei dati evidenzia che nell’artigianato la quota di entrate di difficile reperimento sale al 50,2%, quota superiore di 10,8 punti rispetto alle imprese non artigiane (39,4%). Il 27,8% delle entrate sono difficili da reperire per le imprese artigiane per il ridotto numero di candidati, il 17,8% per inadeguatezza dei candidati, il 4,7% per altri motivi. E’ sempre il sistema scolastico – aggiunge – che si rileva inadeguato con un ricorso in Basilicata “risicato” all’apprendistato”.