Le parole pesano come macigni.
E, si sa, una volta dette, occorre assumersene tutte le responsabilità.
Soprattutto quando si tenta di far luce su una delle vicende più spinose per i lucani e per la Basilicata.
Soprattutto quando si tenta di far luce su una delle vicende più spinose per i lucani e per la Basilicata.
E quelle pronunciate da Mario Altieri l’altra sera nella sua Scanzano, certo, riaprono una grande ferita.
Parliamo del tanto contestato decreto 314 del 13 novembre 2003, quando l’allora Governo Berlusconi, in via d’urgenza, emanò un documento che vedeva la cittadina di Scanzano Jonico come deposito unico italiano di scorie nucleari.
Ebbene, dopo esattamente otto anni, dopo le contestazioni di quei giorni, rimaste impresse nella memoria di tutti i lucani, ricompare lo spettro delle responsabilità, di chi sapeva ed ha taciuto, di chi, anteponendo interessi forse affaristici, ha rischiato seriamente di mettere a repentaglio il territorio lucano, cosi fortemente vocato al turismo e all’agricoltura, soprattutto lungo la costa ionica metapontina.
A distanza di tutto questo tempo, riaffiorano vecchie polemiche, vecchi rancori sfociati persino nelle aule di Tribunale: chi sapeva?
Stando ai verbali delle sedute, il sindaco del comune ionico di allora, Mario Altieri, ma anche i presidenti della Provincia di Matera e della Regione Basilicata.
Insomma, Comune, Provincia e Regione sapevano.
Ma anche altri politici, si dice, sapevano.
Ad innescare nuove polemiche, non solo il verbale del Consiglio dei Ministri del 13 novembre 2003, che viaggia in rete da diverse settimane, ma anche le dichiarazioni rese pubbliche e senza mezzi termini, fatte proprio da Mario Altieri, nel corso di un incontro pubblico che si è tenuto la scorsa settimana.
Insomma, in un primo dibattito, organizzato dall’Associazione “Scanziamo Le Scorie”, che aveva eletto l’allora Presidente della Regione, Filippo Bubbico, a “Generale” della lotta contro le scorie a Scanzano, scoppiano furiose polemiche tra il segretario provinciale di Rifondazione, Ottavio Frammartino, e lo stesso ex presidente, che ha preannunciato querele dopo che Frammartino ha sventolato copia del verbale per chiedere all’attuale presidente lucano, come atto simbolico, di convocare un’assise regionale ad hoc per chiedere “scusa” al popolo lucano, perché la classe politica lucana di allora, sapeva, dal Presidente della Regione Basilicata al Sindaco di Scanzano.
Insomma, in un primo dibattito, organizzato dall’Associazione “Scanziamo Le Scorie”, che aveva eletto l’allora Presidente della Regione, Filippo Bubbico, a “Generale” della lotta contro le scorie a Scanzano, scoppiano furiose polemiche tra il segretario provinciale di Rifondazione, Ottavio Frammartino, e lo stesso ex presidente, che ha preannunciato querele dopo che Frammartino ha sventolato copia del verbale per chiedere all’attuale presidente lucano, come atto simbolico, di convocare un’assise regionale ad hoc per chiedere “scusa” al popolo lucano, perché la classe politica lucana di allora, sapeva, dal Presidente della Regione Basilicata al Sindaco di Scanzano.
In un secondo dibattito, Altieri parla alla gente e si spoglia di tutte le mezze verità di questi otto lunghi anni, sostenendo con forza che lui sapeva e che tanti altri sapevano.
Una matassa che, a distanza di più di otto anni, forse sta per essere finalmente sbrogliata, richiamando, ognuno per propria competenza, alle responsabilità di ciò che sarebbe potuto diventare il territorio lucano se quel decreto non fosse stato ritirato dal Governo per volere dell’intero popolo lucano.