Coronavirus: “il comparto turistico rischia il collasso”, l’allarme di Giulio Sansone, direttore generale Mondotondo

villaggio Mondotondo Scanzano

L’Emergenza coronavirus sta mettendo a dura prova il comparto turistico che resta in attesa di risposte e vuole essere interpellato nelle opportune sedi di governo, centrale e periferico, per i necessari confronti e le dovute indicazioni.

“Brancoliamo nel buio, siamo in attesa di riscontri. Ci saremmo aspettati delle risposte in questa fase: almeno per cercare di salvare quello che purtroppo ad oggi è stato già perso  – ha spiegato Giulio Sansone, direttore generale della Mondotondo Villaggi&Vacanze – Siamo a Maggio inoltrato, come di consueto avremmo dovuto aprire già ad Aprile, cominciando ad accogliere clienti e dando a tante persone di Scanzano Jonico e del Metapontino più in generale l’opportunità di iniziare a lavorare ma così non è stato. Il mese di Giugno, vista la situazione attuale, non ci dà motivi per essere ottimisti, tuttavia ci sono Luglio e Agosto rispetto ai quali vorremmo risposte chiare e indicazioni certe su come procedere. E siamo pronti ad essere ascoltati ai tavoli istituzionali e quelli regionali dove risulta attiva la task force dedicata al comparto con la quale avremmo estremo piacere di confrontarci.

Ad oggi siamo totalmente fermi perché paradossalmente, per fare un esempio diretto e concreto, nessuno ci ha ancora comunicato le distanze per posizionare gli ombrelloni in spiaggia. L’anno scorso di questo periodo le strutture erano operative, le persone lavoravano ed era in corso il recruiting del personale specializzato che poi avrebbe fatto l’intera stagione estiva, e eventualmente quella invernale in Trentino Alto Adige, con noi. Consideriamo poi che sempre lo scorso anno, in questo stesso periodo, i villaggi di Scanzano contavano già oltre mille presenze. Ad oggi siamo a zero: è un fatto molto grave. Capiamo tutte le difficoltà connesse alla pandemia mondiale, siamo i primi a volere la tutela della salute, ma non possiamo più aspettare, servono risposte chiare su cosa fare e come farlo. Fermare un comparto, quello turistico, che fa da solo il 15% del PiL nazionale è improponibile. Impiega all’incirca 5 milioni di persone e l’indotto annesso ha dimensioni enormi e rispettabilissime, che danno lavoro e benessere a milioni di operatori.

Senza risposte immediate è inutile girare intorno: i Villaggi di Scanzano, come tutte le altre strutture presenti in Italia rischiano di rimanere chiusi. Per la realtà locale, soprattutto Scanzano Jonico significherebbe avere oltre duecento persone a casa. Si è provveduto a dare a chi sì e a chi no 600 euro. Inoltre si parla di cassa integrazione. Ma non basta. Per la realtà rappresentata dal Metapontino i comparti trainanti sono l’ortofrutta e il turismo. Se per l’ortofrutta molto si sta facendo, anche perché il comparto non ha registrato uno stop totale, anzi ha continuato a essere operativo, possibile che per il turismo si sia ancora così inerti?

Consideriamo infine, che le nostre strutture presenti in Basilicata, così come in Puglia e in Trentino incassano la tassa di soggiorno che poi riversano per diverse centinaia di migliaia di euro nelle casse comunali di riferimento. Non far ripartire la stagione significherebbe danneggiare anche i comuni stessi che ci ospitano e con i quali cerchiamo sempre la proficua collaborazione a tutto vantaggio dei territori. Siamo aperti al confronto, ma abbiamo bisogno di essere ascoltati e esigiamo spiegazioni. Non ci spaventa ripartire con ulteriori vincoli, anzi come è noto le misure di sicurezza sanitaria, i distanziamenti sono in molti casi già la prassi nei nostri villaggi. Irrigidirle ulteriormente va bene per la salute dei lavoratori e dei nostri ospiti. Infine, saremmo pronti anche a installare dispositivi certificati dal sistema sanitario nazionale che possano aiutarci a individuare persone che potrebbero risultare positive al Covid 19 benché asintomatiche. Ci organizzeremmo, nella gestione degli arrivi, anche in questa direzione”.

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