“La risalita attuale della curva epidemica, peraltro ampiamente prevedibile visto il generale allentamento delle misure di contenimento durante l’estate, impone l’adozione preventiva di un piano strutturato di gestione di una eventuale, speriamo improbabile, nuova fase di emergenza onde evitare la paralisi del sistema sanitario come avvenuto nella scorsa primavera”.
È quanto sostiene il segretario generale della Cisl Basilicata Enrico Gambardella secondo cui “tale piano dovrebbe innanzitutto intervenire sulle fasce sociali di maggiore vulnerabilità, come gli anziani e le persone affette da patologie croniche, ovvero quelle maggiormente esposte alle forme più severe e potenzialmente letali di contagio”.
“Occorre in altri termini individuare e correggere tutte le criticità che si sono evidenziate nella rete di protezione socio-sanitaria con nuovi e più aggiornati protocolli e un potenziato sistema di monitoraggio e sorveglianza, in particolare per le Rsa, in grado di intervenire in maniera più tempestiva e puntuale. Se durante la fase acuta dell’emergenza degli scorsi mesi abbiamo accettato la scusante della impreparazione al cospetto di un virus dalla dinamica allora ancora sconosciuta, oggi farsi trovare impreparati sarebbe un atto del tutto ingiustificabile”.
“Purtroppo, dobbiamo prendere atto che un’intera estate è trascorsa senza che il governo regionale sentisse l’esigenza di attivare un confronto con le parti sociali su come affrontare un’eventuale recrudescenza dei contagi, con particolare riferimento alle categorie di persone che durante la prima ondata hanno sofferto maggiormente. Poco o nulla è stato fatto per definire un piano d’azione fondato sulla individuazione delle strutture idonee a insediare dei Covid Hospital, adiacenti ma ben distinti dalle strutture ospedaliere, con lo scopo di evitare la paralisi di tutto il sistema sanitario. Registriamo una analoga stagnazione sul fronte degli interventi sulle strutture sanitarie periferiche, dopo l’acceso dibattito che aveva individuato nel potenziamento della sanità di prossimità la soluzione per ridurre il numero dei ricoveri ospedalieri. La rinuncia obbligata alle cure che si determinata per effetto della pandemia e la disorganizzazione del sistema potrebbero determinare danni e costi umani ancor più gravi del Coronavirus. La nostra richiesta è che, memori della lezione del passato, il governo regionale voglia cambiare registro, innanzitutto aprendo un vero confronto con le organizzazioni sindacali”.