Disagi per gli utenti della sala prelievi dell’ospedale di Policoro.
Dopo le segnalazioni arrivate da Tinchi, problemi sono segnalati anche dal nosocomio jonico.
“Seguendo le indicazioni fornitemi dal medico curante – ha scritto un’utente in una email arrivata in redazione – mi sono recata allo sportello Cup dell’ospedale di Policoro per prenotare il prelievo del sangue, controllo necessario per alcune patologie pregresse e già rinviato a causa dell’emergenza coronavirus. L’addetta mi ha dato l’appuntamento, per cinque giorni dopo, raccomandandosi di rispettare l’orario presente sulla prenotazione altrimenti non mi avrebbero fatto entrare. Il giorno dell’appuntamento, mercoledì mattina, mi sono recata all’ospedale un po’ in anticipo e, come previsto, ho atteso fuori il cancello, vicino al gabbiotto della vigilanza. Quando mi hanno fatto passare credevo di essere sottoposta, secondo la prenotazione, al prelievo e poter andare via presto. Invece ho trovato tantissima gente che aspettava, accalcata all’interno della sala di attesa e nel corridoio, senza alcun rispetto delle regole minime di distanziamento perchè eravamo troppi in uno spazio ristretto. Tra l’altro, all’ingresso, non sono stata sottoposta ad alcun tipo di controllo come la misurazione della temperatura corporea. Da quello che abbiamo capito, i ritardi sono stati causati dal personale insufficiente, che non è riuscito a smaltire con rapidità l’alto numero di prestazioni richieste, tra quelle prenotate e quelle che si aggiungevano al di fuori della prenotazione.
Una situazione che ha creato preoccupazione tra gli utenti, tutti con le mascherine ma impossibilitati a mantenere il metro di distanza, e nervosismo che ha causato anche delle proteste violente di qualcuno, rendendo ancora più teso il clima.
Alla fine, il prelievo mi è stato effettuato con circa due ore di ritardo rispetto all’orario di prenotazione, due ore passate a stretto contatto con gli altri e in un ambiente piccolo e insufficiente.
Una situazione inaspettata e deludente perchè si pensava che le regole date, più che giuste e rispettose del paziente, avrebbero evitato una situazione molto stressante sia per gli utenti che per il personale sanitario che, in ogni modo, ha cercato di venire incontro alle richieste di tutti, andando anche ben oltre all’orario di chiusura del servizio”.