Una nuova catena umana abbraccerà il Metapontino.
Dopo quella organizzata lo scorso 21 maggio a Scanzano Jonico, per dire no al ritorno del nucleare in Italia, questa volta si replica domenica sulla spiaggia di Policoro.
Uno solo l’obiettivo degli organizzatori: esprimere ancora una volta un segno di protesta contro l’ipotesi di trivellazioni petrolifere nel mar Jonio.
Le associazioni organizzatrici si sono date appuntamento alle dodici di domenica sulla spiaggia di Policoro, nei pressi del lido Sirena.
Tante le adesioni alla manifestazione, che vorrà coinvolgere anche i numerosi bagnanti che, in occasione della domenica, affolleranno la battigia metapontina.
A spiegare le ragione della catena umana, attraverso una nota, Felice Santarcangelo, di No Scorie Trisaia.
“Il ministro Paolo Romani – scrive Santarcangelo – vuole 90 mila barili in più al giorno dalla Basilicata e vuole trivellare il nostro mar Jonio.
Ora nello Jonio Lucano ci sono quattro richieste di permessi di ricerca petrolifera, ben dieci in tutto il mar Jonio, da Soverato a Policoro.
In Basilicata, in terraferma, ci sono ben 68 pozzi attivi disseminati tra l’Agri, il Cavone e il Basento, più 43 pozzi per altre attività minerarie e 358 tra sterili ed esausti”.
“Sfruttati come nel Medioevo – prosegue la nota – dai signorotti del petrolio perderemo posti di lavoro nell’agricoltura e nel turismo con il pericolo d’inquinamento irreversibile della nostra acqua, del mare e della terra.
Il petrolio finirà nel breve periodo e ci lasceranno un territorio e un mare devastato, dove non sarà possibile costruire alcun futuro su agricoltura, turismo ed energie rinnovabili”.
Chiediamo ai sindaci lucani – conclude il rappresentante di No Scorie Trisaia – di opporsi a questo progetto di hub energetico calato dall’alto,di convocare consigli comunali aperti con i cittadini e tutte le forze sociali e politiche per decidere, in democrazia partecipata, il futuro del nostro territorio e del nostro mare”.