Il prossimo 20 marzo, nel Tribunale di Salerno, si celebrerà la prima udienza del processo d’appello a Danilo Restivo, condannato in primo grado a 30 anni di carcere per l’omicidio di Elisa Claps. Restivo ha scelto di essere presente e don Mrcello Cozzi, vice presidente di “Libera. Nomi, numeri e associazioni contro le mafie”, gli ha scritto una lettera aperta invitandolo a fare i nomi di chi lo ha aiutato il giorno del delitto, di chi ha occultato il corpo di Elisa e di chi, negli anni successivi, non ha fatto nulla per arrestare la sua corsa.
LETTERA A DANILO RESTIVO
Hai ucciso Elisa, così ha detto una Giudice.
L’impressione, a dire il vero, è che non lo dica solo lei. Da quel lontano 12 settembre sembra dirlo ogni cosa: i tuoi spostamenti di quel giorno, le tue contraddizioni, le cose non dette. Il tuo passato, le tue inquietanti manie, quelle tante ragazze che pure avevi importunato. E le tue bugie, quelle di ieri, quelle di questi anni, quelle di oggi.
Ne sono sempre stato certo, tu lo sai, e la condanna di quella Giudice, per quel che mi riguarda, ha semplicemente messo il sigillo su una convinzione che in questi anni si è andata consolidando non sulla base di pregiudizi precostituiti ma sulla ragionevolezza dei fatti.
Ho passato anni, non ti nascondo, a chiedermi se ci fosse dentro di te un confine tra la follia e la normalità, e a capire dove collocarlo, per cercare – per quanto possibile – di avere un appiglio che mi permettesse, di certo, non a giustificare ma almeno a comprendere.
Quante volte mi sono chiesto se il tuo gesto omicida rispondesse di più al terribile e incomprensibile raptus del folle o invece al profondo disagio di un giovane che qualcuno avrebbe dovuto aiutare prima che le urla interiori che dominavano la sua solitudine prendessero il sopravvento.
E quante volte a rifiutare l’immagine di mostro, comoda, in fondo, a chi avrebbe dovuto aiutarti, a chi avrebbe dovuto fermarti in tempo, a chi ti ha protetto e nascosto in questi anni, a chi in questa storia non ha detto tutto.
Metto tutto in conto, anche che il prossimo Giudice possa decidere di riaprire la partita; sono le regole della giustizia e io le rispetto. Al momento, però, mi rifaccio a chi ha deciso che l’assassino di Elisa sei stato tu. Nessuno però finora ci ha detto chi ti ha aiutato quel giorno, chi ha occultato la povera Elisa, e chi poi negli anni successivi non ha fatto nulla per arrestare la tua corsa. Durante il prossimo processo di sicuro ti difenderai, e forse dirai ancora, per l’ennesima volta, una delle tue tante verità. È un tuo diritto.
Noi, io, da te, invece, ci aspettiamo una sola cosa: che tu faccia quei nomi. Il resto già lo sappiamo.
Non hai nulla da perdere. Pensaci.
don Marcello Cozzi
Vicepresidente di Libera