È stato un concerto strepitoso, quello che ha visto protagonista Fabrizio Moro venerdì 18 agosto, in apertura del festival “Il Federiciano” a Rocca Imperiale.
Le immagini parlano chiaro: tantissima folla (si parla di 20.000 presenze), ha raggiunto il lungomare di questo piccolo borgo calabrese, che conta poco più di 3.000 anime e che, per l’occasione, si è trasformato in una megalopoli, con un affollamento mai registrato in precedenza.
È stato un risultato strepitoso, ottenuto grazie all’efficienza degli organizzatori del festival “Il Federiciano” che, ancora una volta, in sintonia con la fattiva amministrazione comunale guidata dal sindaco Giuseppe Ranù, hanno fatto centro, unendo la qualità delle iniziative ad una partecipazione di massa.
Davvero a Rocca Imperiale c’è stata una sorta di magia, un risultato sbalorditivo, quasi leggendario, che, un po’ come la favola del Leichester di Ranieri, ha fatto registrare un’impresa storica, dimostrando come si possano superare mille difficoltà quando si è sostenuti da un progetto solido e valido, quale è appunto il festival poetico ideato da Giuseppe Aletti.
Perché il concerto di ieri resterà nella storia di Rocca Imperiale, ma anche nella storia personale di Fabrizio Moro, stupefatto anch’egli da tanta partecipazione in quel ritaglio di Calabria, non proprio agevole da raggiungere, che forse prima gli era persino sconosciuto. Grato per tanto calore, il cantautore ha più volte ringraziato il pubblico dal palco e si è intrattenuto energicamente ben oltre il tempo previsto.
Inizia così, con numeri da capogiro, il festival “Il Federiciano”, sostenuto dal Comune e dalla Regione Calabria. Quest’anno il programma è ancora più ricco, con ospiti di grande spessore, come Gene Gnocchi che raggiungerà il borgo il 21 agosto, Franceso Baccini il 22 agosto, Giuliana De Sio il 23 agosto, la Rino Gaetano Band il 24 agosto e il regista Cosimo Damiano Damato il 25 agosto.
Sarà una settimana di fermento, con le vie del centro storico animate dalle migliaia di frequentatori del festival e i riflettori accesi su questa realtà magica «di un Sud diverso e opposto a come viene rappresentato nell’immaginario collettivo», riprendendo le parole di Eugenio Bennato nella sua visita nel 2013, quando emozionato per la bellezza del paese, con le poesie in ceramica affisse ai muri delle case, ha dichiarato: «Le ricchezze del Sud non smettono di stupirmi».