La situazione è grave ma non seria.
Citare il grandissimo umorista italiano sembra obbligatorio per prendere le distanze dal “caso dialisi” montato in questo scorcio di fine estate.
Il 24 Agosto il terremoto squassa Amatrice e il centro Italia provocando quasi 300 morti.
La Regione Basilicata a poche ore dalla notizia rende disponibili con l’accordo dell’assessora Franconi e del presidente Pittella 12 posti in terapia intensiva e gli elicotteri per i trasporti di emergenza. Di qualche ora dopo è l’invito del presidente a donare il sangue.
Il 25 Agosto il sindaco di Policoro Rocco Leone dichiara di aver disposto 50 posti per dializzati a Policoro presso un centro privato. Nascono dubbi sulla reale esistenza del centro e sulla veridicità dell’iniziativa. Segue uno scambio piuttosto pesante di accuse tra i vari attori.
Cerchiamo di fare chiarezza.
L’iniziativa è di natura privatistica, ovvero promossa da un gruppo di imprese private messe in rete fra loro dall’interessamento del sindaco. Il sindaco Leone ha dunque incassato la disponibilità di alberghi, ristoranti e del centro per emodialisi per confermare la effettiva fattibilità dell’iniziativa umanitaria.
La cordata di imprenditori successivamente ha richiesto e ottenuto il patrocinio (gratuito) della Regione Basilicata, attraverso una telefonata dello stesso sindaco al portavoce del presidente Pittella, Nino Grasso, che ha ravvisato nella proposta la giusta aderenza alla linea di solidarietà ufficiale della Regione ed ha acconsentito, precisando anche che la comunicazione a Pittella sarebbe stata fatta in un secondo momento a causa del delicato stato di salute del presidente.
Il centro di dialisi che dovrebbe ospitare i terremotati ha messo a disposizione anche i mezzi per trasferire i malati dai luoghi di ospitalità alla clinica. La clinica a tutt’oggi è però chiusa. I locali sono in sicurezza, gli allacci delle utenze completati, i macchinari perfettamente funzionanti e il personale ha ultimato la formazione a Potenza: l’apertura è dunque prossima. Inoltre il centro è amministrativamente un decentramento del centro di Potenza e gode pertanto degli stessi acrreditamenti presso l’azienda sanitaria.
L’iniziativa, ribadiamo di natura privata, è allo stato attuale una proposta fatta ai centri sanitari coinvolti dal sisma e non è detto che arriverà mai qualcuno fino a qui: dipende dalle decisione che prenderà l’Ospedale San Camillo De Lellis di Rieti, che per ora ringrazia ma declina l’invito.
(V.C.)