Raccogliere e analizzare i dati del 2019, consolidare i risultati ottenuti, chiudere pagamenti e rendicontazioni. Sono questi i tre obiettivi su cui la Fondazione Matera Basilicata 2019 sta lavorando in questi mesi. I dettagli delle attività messe in campo sono stati approfonditi nel corso della conferenza stampa svoltasi questa mattina presso la sede dell’Ex Convento di Santa Lucia a Matera, durante la quale sono intervenuti il Presidente della Fondazione, Salvatore Adduce, la Direttrice Rossella Tarantino e il Segretario Generale, Giovanni Oliva.
Centrale in questo momento – è stato sottolineato – risulta la chiusura della fase 1, ovvero la rendicontazione agli enti finanziatori e il conseguente completamento dei pagamenti ai fornitori. Grazie all’accelerazione impressa al lavoro, sono stati rendicontati ad oggi 38,7 milioni di euro, pari al 77% dei finanziamenti complessivi. In virtù di questa spinta, la Fondazione è in attesa di ricevere 5 milioni di euro con cui poter procedere ai pagamenti. Nei passati tre mesi sono stati effettuati 1.070 pagamenti per un totale di 3,791 milioni di euro.
Al tempo stesso, la Fondazione è chiamata a “riflettere e ri-connettere” rispetto a quanto accaduto nell’anno straordinario della Capitale Europea della Cultura. In questo senso, si sta perciò lavorando alla raccolta di tutti i dati del 2019, che saranno presentati attraverso due modalità: la piattaforma open data, che rende Matera la prima Ecoc a mettere i propri dati aperti a disposizione di analisti, giornalisti, policy maker, anche attraverso un programma di webinar incentrati sull’utilizzo di tali dati per raccontare delle storie; il report di monitoraggio, realizzato con il coordinamento scientifico di Franco Bianchini, che verrà presentato nel corso di un convegno in programma il prossimo 30 luglio dal titolo “Quanto dura un anno a Matera”. Il documento parte dalle sfide lanciate nel dossier di candidatura, provando a verificare cosa rispetto a queste è accaduto in termini di capacità di una piccola città del Sud di produrre cultura e di affermarsi sul piano internazionale, opportunità per i cittadini di diventare essi stessi produttori, cittadinanza temporanea, coinvolgimento delle aree interne.
Alla raccolta dei dati segue poi l’attività di analisi, per valutare cosa si è imparato; un processo nel quale sono stati chiamati diversi esperti come Carmelo Petraglia, Mariavaleria Mininni e Daniela Carlucci dell’Università della Basilicata, Giovanni Padula, Lucio Argano, Pierluigi Sacco a valutare diversi aspetti quali l’utilizzo degli spazi, gli impatti economici, il turismo, lo strumento del Passaporto, le filiere, la co-creazione e il welfare culturale. Tali valutazioni saranno presentate nella seconda settimana di ottobre a Matera in una conferenza internazionale cui prenderanno parte rappresentanti di Commissione europea, Ministeri, altre Capitali Europee della cultura, nonché tutti i soci della Fondazione, a partire dalla Regione Basilicata. A settembre invece è previsto un focus sugli impatti che il 2019 ha avuto sul turismo. Sempre nell’ottica della raccolta dei dati relativi agli eventi che si svolgono a Matera e in Basilicata, è stato rinnovato nelle funzionalità e nell’interfaccia grafica il portale www.materaevents.it , che nel corso del 2019 ha ospitato il programma ufficiale della Capitale Europea della Cultura, per essere ancora di più al servizio degli organizzatori di eventi del territorio e degli utenti interessati a ciò che accade in regione.
I primi effetti della legacy del 2019 iniziano a emergere pubblicamente: a Matera viene riconosciuta la capacità di aver messo la cultura al servizio della rigenerazione del territorio, con particolare attenzione alle aree interne, come dimostrano i riferimenti contenuti nel Piano per il Sud voluto dal ministro Provenzano. Tale leadership ha avuto attestazioni sia a livello nazionale, come evidenziato nel corso della cerimonia di chiusura del 2019 da parte delle maggiori cariche istituzionali, sia a livello europeo. A ottobre infatti, la Fondazione terrà a Bruxelles un tavolo proprio sulla cultura che rigenera le aree interne, confrontando la propria esperienza con quella di tre Capitali Europee della Cultura collocate a diverse latitudini: Kaunas, Plovdiv, Galway. Con l’Open Design School, progetto pilastro di Matera 2019, è stato inoltre vinto il progetto Erasmus + “DeuS” da 1 milione di euro attraverso il quale ben 14 partner europei stanno lavorando all’applicazione del metodo ODS alle industrie culturali e creative.
Con l’idea di non dover disperdere quanto fatto fino ad ora e dare un segnale di continuità in tema di sperimentazione e dimensione comunitaria, la Fondazione ha previsto alcuni speciali appuntamenti fra agosto e ottobre. Alla fine di settembre ci sarà la decima edizione di Materadio, la festa di Radio3 nella città dei Sassi, in una versione a Cava del Sole rivisitata e adattata alle necessità poste dal Covid, ma che parlerà sempre dei Sud e dell’Europa dalla prospettiva di una piccola città come Matera.
Fra agosto e ottobre 2020 si svolgerà invece il festival “Così lontani, così vicini”, attraverso cui Matera ancora una volta vuole ribaltare il suo destino facendo dell’impossibile il possibile. Il festival metterà insieme varie professionalità per dare vita a nuove progettualità che intendono ripensare lo spettacolo dal vivo, partendo dai limiti imposti dall’emergenza Covid. Dottori, designer, falegnami, artisti, volontari lavoreranno fianco a fianco attraverso l’Open Design School per ridisegnare gli spettacoli, lavorando su un nuovo sistema di relazioni e sulla codifica dei comportamenti sociali, affinchè gli spettatori possano sentirsi coinvolti, nonostante il distanziamento sociale. Il ragionamento nuovo sugli spazi porterà a rendere protagonisti sia luoghi urbani come la Cava del Sole, sia quelli delle aree interne della Basilicata. A curare il festival, che si svilupperà in 12 appuntamenti replicabili, è stata chiamata Silvia Bottiroli, direttrice del Festival di Sant’Arcangelo di Romagna, Direttrice dell’Istituto teatrale di Amsterdam, docente alla Bocconi, coadiuvata da Cristina Ventrucci. Esito di tale sperimentazione sarà la produzione di un manuale open source per reimpostare gli spettacoli dal vivo, a disposizione di tutti gli organizzatori di eventi. Il festival avrà sia una portata internazionale ma anche una forte componente locale grazie al coinvolgimento dei project leader della scena creativa lucana, con cui la Fondazione vuole proseguire il percorso di co-creazione iniziato nel 2018 e diventato esemplare a livello europeo. Saranno inoltre valorizzati i bambini e gli adolescenti, una fascia molto penalizzata dall’isolamento causato dal Covid ma anche forse poco coinvolta nel 2019, in linea con quanto si sta già facendo con il FabLab di Open Design School.
A conclusione della conferenza il Presidente Adduce ha sottolineato la necessità di aprire una nuova fase attraverso il ruolo determinante delle istituzioni pubbliche che hanno il dovere di offrire una visione per gli anni futuri. Soprattutto dopo la pandemia che ha messo in ginocchio in particolare le attività culturali. “Comune, Regione, Università, Provincia, Camera di Commercio ma anche la stessa città di Potenza capoluogo di Regione – ha aggiunto Adduce – devono incontrarsi per stringere un nuovo patto per la cultura centrato sull’intero territorio lucano. Occorre reperire risorse a favore di un progetto visionario che guardi al prossimo decennio con rinnovata fiducia”.