La top quality della fragolicoltura all’Eataly, nello “store” per antonomasia del buon gusto italiano. Quello di Milano (Smeraldo) in piazza XXV Aprile, di ultima e più recente apertura, è al pari degli altri sparsi in tutto il mondo, depositario di qualità italiana, promotore dell’evoluzione enogastronomica, degli stili ispirati alla vita sana e della gioia che infonde la convivialità fatta di cibi genuini.
Sabato scorso, la Candonga è stata protagonista indiscussa della giornata milanese, si è fatta apprezzare per il sapore, la forma, la shelf life, il rinnovato packaging glamour e funzionale, la capacità di tenuta e di espansione sui mercati, si sta infatti radicando molto bene su quelli tedeschi (Amburgo e Monaco) e francesi (Costa Azzurra).
Ha consolidato – davanti ai consumatori e la nutrita presenza di buyer autorevoli – la sua naturale vocazione di mercato: prodotto premium price per definizione. E’ stata scelta fra le altre fragole nonostante il suo prezzo maggiore – circa 7,00 euro – “indicizzato” agli elevati standard qualitativi, produttivi e culturali di cui è testimonial.
Dopo il pranzo con lo chef Viviana Varese – appuntamento che rientra fra le tappe del Roadshow Excellence promosso da Viaggiatore Gourmet di cui Candonga è premium partner – nel prestigioso ristorante “Alice”, dalle 17,00 il meeting “Direttamente”, nel corso del quale Carmela Suriano, ideatrice del Club Candonga, e Claudio Sacco, ricercatore enogastronomico e fondatore di Viaggiatore Gourmet, hanno raccontato, con fatti, numeri ed esperienze alla mano, la storia più recente della fragola top quality.
Ad aprire il dibattito è stata Carmela Suriano che, dopo la rapida ricostruzione delle origini della Candonga, varietà naturale ottenuta dal sapiente incrocio di specie senza alcuna alterazione genetica, si è soffermata sulle caratteristiche della fragola top quality.
“Sistemi di produzione integrata rispettosi dell’ambiente e della salute dei consumatori – ha spiegato Suriano – impollinazione naturale agevolata dall’impiego di insetti (Bombo), il clima favorevole della piana Metapontina in Basilicata dove si concentra la maggiore produzione di Candonga su scala nazionale, l’epidermide e la consistenza della polpa che la rendono compatta e quindi capace di resistere senza subire alterazioni alla fase di raccolta e confezionamento, sono tutti aspetti che richiedono la conoscenza altamente professionale del ciclo produttivo e l’impiego di risorse umane e economiche importanti che consentano di offrire al mercato il prodotto di altissima qualità al prezzo appropriato. Il trend produttivo, per il prossimo anno – stando ai dati di cui disponiamo, rispetto alle proiezioni di vendita accresciute delle piantine e al prezzo forte che si sta registrando – è in forte crescita, oltre il 30% ”.
“La dolcezza della Candonga è certificata dalle rigide analisi di laboratorio che testimoniano l’elevato grado Brix sempre superiore ai livelli minimi, spesso anche oltre i 10°, quando quello base richiesto per la commercializzazione GDO è 7.
Altro aspetto che fa la differenza è la manualità che caratterizza la raccolta così come il confezionamento realizzato per la maggior parte in campo da donne altamente specializzate”.
Carmela Suriano ha parlato poi della riconoscibilità del prodotto: “dal dicembre scorso è attivo il Club Candonga, i produttori associati osservano il rigido disciplinare di produzione. Questa avanzata forma di aggregazione sta solidificando e stratificando la presenza sui mercati della Candonga che è sempre più ricercata e facilmente riconoscibile rispetto ai falsi che qualche ‘furbetto’ cerca di rifilare al consumatore.
Oggi i destinatari della fragola Candonga, anche grazie al codice produttore e alla fitta campagna di comunicazione fatta anche attraverso il Web, possono conoscere tutto della Candonga e avere il contatto diretto con le singole realtà produttive.
I produttori di Candonga top quality fanno della ricerca della qualità il principale obiettivo, contrariamente a chi nel dare importanza solo agli aspetti quantitativi ha contribuito soprattutto all’estero, a produrre situazioni di mercato schizofreniche, con prezzi bassissimi e non remunerativi per i produttori e qualità molto ‘discutibile’ per i consumatori”.
Infine, Carmela Suriano ha elogiato il lavoro svolto dai soci del Club Candonga e ha salutato Filippo Corvaglia, presente all’Eataly con le sue fragole.
Claudio Sacco ha parlato del Roadshow Excellence in corso nei ristoranti più prestigiosi d’Italia con gli chef stellati Michelin.
“La Candonga – ha spiegato – sta riscuotendo un importante successo, è apprezzata per il suo sapore e per la versatilità che assicura nella preparazione dei piatti più audaci e gustosi.
Gli chef la apprezzano anche perché si mantiene soda a lungo, inoltre ha stupito il tempo di maturazione: era impensabile fino a poco tempo fa avere un prodotto con questo carattere già da gennaio. Il pubblico internazionale, fatto di gourmet e addetti ai lavori, che partecipa ai roadshow, ha riscontrato queste peculiarità nella Candonga; non è passata inosservata poi la forza evocativa dei territori dai quali proviene, e la capacità di suscitare emozioni e voglia di stare insieme”.
“Altro dettaglio non marginale – ha spiegato Sacco – è che gli chef stellati, a loro volta custodi del mangiare sano e di qualità, non badano al prezzo dei prodotti di altissima qualità, anzi quando li riconoscono attraverso la sperimentazione diretta, li acquistano senza titubanze”, ha concluso.
Al confronto è intervenuto anche Ivan Leache, commercial manager di Planasa, che nel manifestare apprezzamento per l’iniziativa, ha ribadito come la qualità della Candonga prodotta in Italia sia eccellente grazie all’unicità delle condizioni climatiche e agli avanzati sistemi di produzione e la salda esperienza dei produttori. Lo stesso concetto, Leache, lo espresse in occasione della presentazione del Club Candonga.
“Bella nell’aspetto e molto buona come sapore – ha commentato lo chef Viviana Varese – Ne ho apprezzato la note di acidità e dolcezza che la distinguono dalle altre fragole, caratteristiche che ha conservato anche quando è stata servita con altri cibi. Molto versatile nella fase di preparazione in cucina”.
A chiudere la giornata, la straordinaria performance “A cena con Candonga”, gli chef giovanissimi delle aule didattiche dell’Eataly hanno offerto ai tantissimi ospiti, consumatori, buyer, giornalisti e gourmet, un ampio saggio delle proposte gastronomiche in cui è stata protagonista la Candonga: con le carni italiane più pregiate, “cruda di vitello” con Chutnay di Candonga e pane integrale, nel “pan focaccia alla pala”, accompagnata con salmone affumicato e rucola, con il pesce spada alla Tataki, nell’insalata di campo con Castelmagno e miele di acacia; proposta durante il pranzo al “cioccolato” con frutta osmotica. Presentata anche sola: per innamorare i palati più esigenti non ha avuto bisogno dell’aggiunta di zucchero o della panna.
Prossima tappa del Roadshow Excellence, il 16 aprile, sempre a Milano nel ristorante Al Pont de Ferr, con lo chef Matias Perdomo, stellato Michelin.