Si ritorna a parlare di maltempo.
Dopo l’esondazione del fiume Agri, causata dalla pioggia incessante che ha colpito il Metapontino la notte tra mercoledì e giovedì, il comune di Scanzano chiede provvedimenti concreti.
Dopo l’esondazione del fiume Agri, causata dalla pioggia incessante che ha colpito il Metapontino la notte tra mercoledì e giovedì, il comune di Scanzano chiede provvedimenti concreti.
“Il fiume Agri –sostiene l’assessore al ramo, Sante Pantano – è nuovamente esondato, riproducendo gli stessi danni alle colture e alle strutture agricole. Inoltre, si evidenzia che la sponda in sinistra idraulica della foce dell’Agri -probabilmente a causa dell’avvenuta realizzazione del porto di Marinagri- ha subito un sensibile arretramento (stimato in circa 100) nel corso dell’ultimo biennio.
Sul fiume Cavone invece mancano circa 100 metri di argine in destra idraulica (mai realizzato) che in occasione di piogge persistenti provocano danni alle strutture agricole, alla viabilità interpoderale e alla linea ferroviaria Taranto-Sibari. Si esortano pertanto le autorità in indirizzo a mettere in atto con urgenza ogni utile azione per prevenire il verificarsi, ormai ciclico, di tali eventi”.
Una esortazione che viene anche dal sindaco di Montalabno Enzo De Vincenzis.
Sul fiume Cavone invece mancano circa 100 metri di argine in destra idraulica (mai realizzato) che in occasione di piogge persistenti provocano danni alle strutture agricole, alla viabilità interpoderale e alla linea ferroviaria Taranto-Sibari. Si esortano pertanto le autorità in indirizzo a mettere in atto con urgenza ogni utile azione per prevenire il verificarsi, ormai ciclico, di tali eventi”.
Una esortazione che viene anche dal sindaco di Montalabno Enzo De Vincenzis.
“Cronaca di una morte annunciata quella dell’esondazione del fiume Agri e dei canali di scolo privi di manutenzione – dichiara – Vincenzo Devincenzis, dopo un sopralluogo effettuato personalmente partendo dalla Diga di Gannano intorno alle ore 8 di ieri mattina.
“La portata del fiume, a quell’ora, come rilevato dal Consorzio di Bonifica – si legge nella nota – era di circa 400 m3 al secondo, molto al di sotto dell’alluvione del 2011 che aveva raggiunto picchi di 930 m3 al secondo.
Partendo dalla diga, lo stesso sindaco, accompagnato dal suo collaboratore Vincenzo Rosito, verificava la rottura dell’argine di “Fosso del Lupo” in corrispondenza della progressiva 104 della Statale 598 Val d’Agri, per cui tutta l’acqua dello stesso canale si riversava nei terreni dell’azienda Fortunato non scaricando più nel fiume stesso.
Attualmente il fosso scarica sempre nei terreni agricoli con ingenti danni alle coltivazioni.
Percorrendo la Val d’Agri in direzione Scanzano, lo stesso sindaco rilevava rottura degli argini fluviali in corrispondenza del Km 116 della stessa statale, constatando vaste inondazioni in Agro di Montalbano Jonico (Az. Giordano, Navarra, Stigliano, Ionio, ecc., ecc.), fino ad arrivare alla progressiva 122, dove il fiume rientrava in alveo.
Queste sono situazioni ataviche dove nessuno è mai intervenuto strutturalmente e lo stesso sindaco è rassegnato nel denunciare tali situazioni.
Né i sindaci possono mettere le mani avanti ai fiumi per frenare le alluvioni, visto che la Prefettura chiama tutte le sere per comunicare l’allerta meteo; stiamo diventando ridicoli.
La soluzione è quella di mettere i caterpillar nei fiumi nei punti dove ci sono queste criticità.
A tal proposito il sindaco auspica che il Presidente della Regione, Vito De Filippo, faccia un viaggio nel territorio di Montalbano Jonico come fece Zanardelli nel 1902.
Oggi la situazione del fiume Agri è come quella dell’epoca, fiume che Zanardelli attraversò con un traino tirato da due buoi per andare a Policoro”.
“La portata del fiume, a quell’ora, come rilevato dal Consorzio di Bonifica – si legge nella nota – era di circa 400 m3 al secondo, molto al di sotto dell’alluvione del 2011 che aveva raggiunto picchi di 930 m3 al secondo.
Partendo dalla diga, lo stesso sindaco, accompagnato dal suo collaboratore Vincenzo Rosito, verificava la rottura dell’argine di “Fosso del Lupo” in corrispondenza della progressiva 104 della Statale 598 Val d’Agri, per cui tutta l’acqua dello stesso canale si riversava nei terreni dell’azienda Fortunato non scaricando più nel fiume stesso.
Attualmente il fosso scarica sempre nei terreni agricoli con ingenti danni alle coltivazioni.
Percorrendo la Val d’Agri in direzione Scanzano, lo stesso sindaco rilevava rottura degli argini fluviali in corrispondenza del Km 116 della stessa statale, constatando vaste inondazioni in Agro di Montalbano Jonico (Az. Giordano, Navarra, Stigliano, Ionio, ecc., ecc.), fino ad arrivare alla progressiva 122, dove il fiume rientrava in alveo.
Queste sono situazioni ataviche dove nessuno è mai intervenuto strutturalmente e lo stesso sindaco è rassegnato nel denunciare tali situazioni.
Né i sindaci possono mettere le mani avanti ai fiumi per frenare le alluvioni, visto che la Prefettura chiama tutte le sere per comunicare l’allerta meteo; stiamo diventando ridicoli.
La soluzione è quella di mettere i caterpillar nei fiumi nei punti dove ci sono queste criticità.
A tal proposito il sindaco auspica che il Presidente della Regione, Vito De Filippo, faccia un viaggio nel territorio di Montalbano Jonico come fece Zanardelli nel 1902.
Oggi la situazione del fiume Agri è come quella dell’epoca, fiume che Zanardelli attraversò con un traino tirato da due buoi per andare a Policoro”.
Intanto l’assessore regionale Rosa Mastrosimone rende noto di aver immediatamente convocato per lunedì 27 febbraio alle 11,00 presso la Sala Riunioni del Dipartimento Agricoltura Srem, il Tavolo Verde, al quale è prevista la partecipazione di Codiretti Basilicata, Confagricoltura Basilicata, Cia Basilicata, Copagri.