Le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uli Matera chiedono, in un comunicato, di tenere alta l’attenzione verso la vertenza dei lavoratori del Cup dell’Azienda Sanitaria di Matera, questione che, a loro dire è “tutt’altro che risolta”.
“Intendiamo ricordare al Presidente Pittella – si legge nella nota – la richiesta di incontro presentata a mezzo Pec in data 23 febbraio in cui si richiedeva la ripresa del confronto relativo alla vertenza Cup Asm Matera poiché, contrariamente a quanto ha tentato di articolare la Confapi di Matera con diversi comunicati stampa, quella vertenza è tutt’altro che risolta.
E’ una vertenza che vede in appalto la presenza di molte donne, alcune molto precarie, con poche ore settimanali, spesso monoreddito o facenti parte di nuclei i cui mariti hanno perso il posto di lavoro o semplicemente donne che hanno scelto di lavorare per potersi realizzare in autonomia.
In questa vertenza c’è tutto ciò che è la precarietà: lavoro povero ma svolto con massima dignità; salario basso ma necessario perché, laddove il lavoro manca, ogni fonte di reddito serve alla sopravvivenza; ore di lavoro molto risicate ma fondamentali per garantire una piccola entrata in famiglie in cui il papà ha perso il lavoro e le mamme, oltre ad occuparsi del lavoro domestico, si adoperano per contribuire anche al reddito di famiglia.
Abbiamo già ben spiegato le ragioni che ci portano a pretendere la ripresa del confronto.
Non le ripetiamo. ono state poste all’attenzione di tutti e articolate in maniera molto chiara e inequivocabile : la Confapi non è stata al merito delle due questioni poste dal sindacato e coi suoi due comunicati ha solo tentato di difendere l’azienda che comunque non e’ stata coerente con quanto definito in Regione il nove febbraio, esattamente un mese fa.
Riteniamo però che il Presidente Pittella non possa temporeggiare oltre nella riconvocazione delle parti poiché vanno definite in modo chiaro due questioni non più rinviabili.
La ripresa del confronto fra tutte le parti coinvolte è urgente : non si può raggiungere l’intesa sul tavolo regionale e poi furbescamente tararla sulle soggettive interpretazioni della sola azienda.
IL taglio delle ore e’ stato stabilito sul tavolo regionale nella misura del 10% in maniera uguale per tutti i lavoratori.
L’ azienda ha proceduto invece arbitrariamente a ridimensionare le ore secondo sua discrezionalità. Non era stato concordato questo. Quindi bisogna che si corregga l’impostazione sbagliata e arbitraria dell’azienda a cui sul tavolo regionale non e’ stato riconosciuto di procedere in libertà nel taglio delle ore: ad alcuni il 15%, ad altri il 20% e ad altri addirittura il 50% delle ore e ad altri Zero ore tagliate.
Così come se una azienda decide di cambiare il settore di applicazione contrattuale, non si può intervenire sul salario maturato negli anni, negando il superminimo non assorbibile in cui vanno conservate le differenze salariali che si sviluppano visto che l’attuale settore contrattuale (multisevizi) e’ più povero del precedente (metalmeccanico) .
A distanza di 15 gg di mancato riscontro, si risollecita il Presidente Pittella a convocare urgentemente le parti.
Diversamente si investirà della vertenza la Prefettura di Matera.
Al Comune di Matera, che è intervenuto positivamente sulla vertenza con un ordine del giorno dell’uno marzo, si chiede di vigilare affinché la stessa possa chiudersi positivamente nell’interesse dei 56 lavoratori impegnati su questo appalto”.