In Basilicata la testimonianza di padre Hugo Rios

Padre Hugo. santarcangelo 3

Un incontro importante con il pediatra cileno Padre Hugo Rios, con il calore tipico dei lucani, quello svoltosi di recente nella parrocchia di San Nicola di Sant’Arcangelo retta da don Cesare Lauria ed al quale hanno partecipato gruppi giovanili del volontariato e dell’Azione cattolica nonché gli amici lucani, professionisti e imprenditori, che ne sostengono le iniziative.

Padre Hugo Rios, infatti, dedica la sua esistenza alla Fondation Pediatrique de Kimbondo, località questa distante 50 chilometri da Kinshasa ed al centro da anni di una importante azione umanitaria in un Paese come il Congo dove l’instabile situazione politica ha avuto da decenni ripercussioni negative sulle fasce sociali più deboli, ad iniziare -quindi- dai bambini.

Il progetto, promosso dal medico italiano Laura Perna (ricercatrice scientifica e direttore dell’Istituto di clinica della tubercolosi e malattie dell’apparato respiratorio presso l’Università di Siena, oggi scomparsa)  e da Padre Ugo, è stato avviato alla fine degli anni ’80 con la creazione di un presidio pediatrico (oggi definito “la città dei bambini”) che assiste gratuitamente bambini orfani e/o abbandonati e che -come da più parti è stato sottolineato- fuori da questa realtà non avrebbero possibilità di sopravvivere.

E’ un progetto che vede coinvolti alcuni importanti ospedali italiani (Gaslini di Genova e Niguarda di Milano) dove molte volte, i bambini il cui stato di salute versa in condizioni difficili, vengono curati e guariti.

E’ stato così anche in occasione  di questa  recente visita di Padre Hugo in Italia che ha riportato in Congo due bambini giunti nel nostro Paese a novembre per essere curati.

“E’ un progetto quello della Fondation Pediatrique –ha sottolineato il medico cileno- che oggi è oggi è diventato ancora più coinvolgente perché si è passati dai 600 bambini di qualche anno fa agli attuali 759 e stiamo finendo di sistemare il Centro trasfusionale che rappresenta un elemento fondamentale per potere operare.”

Molti di questi bambini non hanno famiglia ed a loro viene garantita l’istruzione  attraverso la scuola “E. M. Saint Clairet” (materna, primaria e secondaria) nata grazie all’aiuto di associazioni, Fondazioni e privati cittadini (soprattutto italiani) e diventata dal settembre 2009 “un punto di riferimento educativo per i figli delle famiglie più povere del distretto”.

Successivamente è stata attivata una scuola di arti e mestieri con diversi corsi (falegnameria, agraria, taglio e cucito) per offrire la possibilità ai giovani di costruirsi un futuro e “contribuire in prima persona alla rinascita e ricostruzione del loro martoriato Paese”.

“Sono tanti i soggetti in Italia che contribuiscono al miglioramento delle strutture create a Kimbondo ed alla realizzazione delle diverse iniziative -sottolinea Don Cesare Lauria-  ed anche noi, nel nostro piccolo, cerchiamo di essere vicini a coloro che vivono quotidianamente  sia la sofferenza che la speranza è generata dall’impegno di  Padre Hugo e dagli altri volontari”.

“A documentare la realtà di Kimbondo, per chi voglia approfondire –sottolinea Carmela Rabite, sostenitrice del progetto -c’è un documentario molto interessante realizzato nel 2008 dal cineasta Marco De Castri dal titolo “Kimbondo. Un cuore nelle tenebre” che ci offre una lettura sull’importanza che la Fondation riveste”.

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