Nasce a Pisticci scalo, nell’ex villaggio Eni realizzato negli anni Sessanta da Enrico Mattei, luogo simbolo del fallimento delle politiche industriali e dei poli petrolchimici non solo in Basilicata, il coordinamento nazionale No Triv.
Il coordinamento si riunirà Il 14 e 15 Luglio proprio in Val Basento e si incontreranno i movimenti, i comitati, le associazioni e tutti coloro che oggi in Italia sono mobilitati per ribadire la necessità di un nuovo protagonismo delle comunità che chiedono un modello di sviluppo pulito e durevole in Italia.
“No Triv Italia ribadisce – è scritto nella bozza del documento costituente – come l’articolo 16 del cosiddetto decreto “Crescitalia” per le liberalizzazioni approvato dal governo Monti e la bozza del decreto legge sviluppo e crescita del 13 giugno 2012 per lo “sviluppo di nuove risorse energetiche e minerarie nazionali strategiche” facciano ripiombare il Paese in una crisi irreversibile proprio perchè fondata sulle fonti fossili, sporche, esauribili ed incapaci di guardare positivamente al futuro. Questo modello anacronistico di sviluppo – ribadiscono gli organizzatori di No Triv Italia – viene presentato alle comunità italiane come unica possibile salvifica via di un “nuovo modello di sviluppo” in funzione antirecessiva. In realtà l’applicazione dell’articolo 16 rappresenta, per il coordinamento, l’equivalente di una pietra tombale per lo sviluppo pulito e durevole delle comunità.
Importanti invasi di acqua destinati all’irrigazione dei territori agricoli ed alla potabilizzazione di vaste aree della regione Basilicata e della Puglia risultano già oggi fortemente contaminate.
In Val Basento si vorrebbe inoltre realizzare due enormi caveau per lo stoccaggio di gas russo proveniente dal Mar Caspio con centrali di produzione energetiche, senza tenere presente che si tratta di zone sismiche e dimenticando, quanto di recente avvenuto in Emilia Romagna.
Per questo le associazioni, i movimenti, amministratori locali, cittadine e cittadini si sono riuniti nel Coordinamento No Triv – Liberiamo mare e terra dalle trivelle per un’idea altra di sviluppo energetico che stabilisca una via d’uscita dalle energie fossili.