Incendio Felandina, i commenti: “ora aiutare senza polemiche”

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Proseguono i commenti sull’incendio che ha devastato uno dei capannoni dell’ex Felandina di Metaponto, provocando la morte di una giovane donna di origine nigeriana.

“Il nuovo rogo divampato, il quale ha ucciso una migrante e distrutto tre capannoni del sito industriale dell’ex Felandina a Metaponto dove stabilmente vivono altri migranti impegnati nella raccolta di prodotti agricoli ripropone, ancora una volta, l’emergenza che da anni si consuma a pochi metri dalla SS. 407 Basentana. Soltanto grazie all’immediato intervento sul posto di tre squadre dei vigili del fuoco che stanno lavorando per spegnere le fiamme, non si è consumata una strage: Istituzioni, politica e forze sociali non possono più restare ferme a guardare”.

Ad affermarlo è il Segretario provinciale dell’Ugl Matera Giuseppe Giordano.

“All’interno dei capannoni – prosegue la nota – soggiornano da anni  oltre 500 persole, le quali ora aspettano di poter recuperare le proprie cose in attesa, eventualmente, di essere sistemati altrove. Bisognava che scappasse il morto per accendere i riflettori sulla ex Felandina? Da tre mesi giace un’ordinanza di sgombero degli immobili, ferma poiché probabilmente alla ‘burocrazia’ non interessa accelerare l’iter. Insieme allo sgombero serve un piano preciso per la collocazione, in condizioni dignitose, di queste povere persone che chiedono di poter lavorare per poter vivere come normali esseri umani. Occorre anche smantellare la rete dei caporali che continua a sfruttare il lavoro dei migranti per la raccolta nei campi del metapontino probabilmente con la compiacenza di tantissime parti della nostra società. Giustamente e in maniera composta temono per la propria vita e sono al limite della sopportazione per le condizioni in cui vivono e lavorano. Ora è il momento del dolore e della vicinanza alla famiglia della povera vittima e dei feriti – ha concluso Giordano -: ora necessita risolvere il problema che si ripropone con drammaticità. L’Ugl continuerà a monitorare la situazione e si dichiara disponibile a collaborare ad ogni iniziativa che possa individuare soluzioni concrete con percorsi di reinserimento per i migranti di Metaponto; tuttavia  sarebbe opportuno insistere maggiormente per rivedere la normativa anche a livello regionale e nazionale per comprendere se vi fossero le condizioni per poter alloggiare in quei capannoni: per l’Ugl bisogna aiutare queste persone senza lasciar spazio a nessuna  polemica “.

“Sarebbe, oggi, quantomai mai opportuno che oltre alla festa in spiaggia prevista nei prossimi giorni, il Ministro degli Interni metta in programma di fare un incontro istituzionale magari proprio a Bernalda con i prefetti e le rappresentanze regionali e istituzionali. Purtroppo la nostra non vuole essere una battuta, ma una proposta seria e sensata per affrontare un tema delicatissimo, approfittando della presenza delle cariche dello stato nella nostra terra.”

Lo dichiarano in maniera congiunta i consiglieri del centro sinistra Braia, Cifarelli, Pittella, Polese, Trerotola.

“L’incendio di stamane – proseguono i Consiglieri –  presso il cosiddetto “ghetto della Felandina”, che ha procurato la morte di una giovane nigeriana, riporta in evidenza il tema dei migranti, dell’accoglienza e della manodopera in agricoltura, quanto mai fondamentale per la sopravvivenza del comparto nei periodi di raccolta e lavorazione. Presenteremo nei prossimi giorni una interrogazione in merito.”

Si dibatterà di come e se tutto poteva essere evitato e la magistratura probabilmente farà il suo corso. Una cosa é certa, dopo anni di lavoro per rendere la Basilicata una best practice delle politiche di accoglienza dei lavoratori stagionali, siamo in presenza oggi, purtroppo, di progetti che sono fermi. E questo nonostante siano finanziati e finalizzati proprio al superamento del sito abusivo “la Felandina”.

Del progetto, presentato l’anno scorso dalla Regione Basilicata con  Puglia, Calabria, Campania e Sicilia denominato “PIU-SUPREME” per l’eliminazione dei campi abusivi stagionali nel Sud e l’integrazione dei migranti, non si hanno da mesi notizie di alcun avanzamento. Il progetto infatti e’ stato approvato dal Ministero del lavoro il 3 marzo 2019, con una posta finanziaria di 770mila euro per gli interventi su Felandina e Bradano. Lo scorso 22 marzo, su iniziativa dell’allora Prefetto Bellomo, in attesa del completamento del sito “Città della Pace””, fu presentato l’intervento alle parti sociali ed agli enti locali che condivisero la misura e si impegnarono a sostenerla.

Fuor da ogni strumentale polemica, é fondamentale comprendere dal Presidente della Giunta quali iniziative sono state attuate da allora ad oggi per la messa in atto della misura. Probabilmente la stessa misura avrebbe avviato perlomeno il processo di eliminazione, come era programmato, almeno fino ai primi mesi del 2019, di un ghetto divenuto oggiscenario di tragedia, creando quella alternativa di accoglienza descritta nell’intervento, in cui si prevedeva anche separare i lavoratori stagionali dai gruppi dediti ad attività di caporalato e, pertanto, illegali.

Tenuto conto, tra l’altro, dell’esigenza di riutilizzare l’area e i capannoni della Felandina – concludono i cinque consiglieri – per uso produttivo e per logistica, è arrivato il tempo che, con gli importanti fondi residui giacenti presso il Ministero dello sviluppo, si chieda di proporre al medesimo organismo di governo la costituzione di un tavolo nazionale, che deve vedere la partecipazione della Regione Basilicata e delle parti sociali, allo scopo di individuare percorsi e modalità necessari per addivenire a soluzioni rispettose della dignità della persona e dei lavoratori.”

“Una tragedia che commuove e ferisce.Una ragazza di 28 anni morta carbonizzata in un contesto di degrado ambientale che non si può tollerare”.

È  il commento  dell’ex presidente  Cosimo Latronico.

“Nota a tutti la situazione della Felandina , dove vivono da anni centinaia di persone, peraltro munite di permesso di soggiorno,  senza che si sia potuto realizzare  nulla di concreto per rimuovere una condizione inaccettabile. Il cordoglio alla ragazza  nigeriana colpita tragicamente e la solidarietà alla sua comunità , dovrebbero ammonire le autorità che ne hanno competenza ad agire subito per aiutare la famiglia della persona deceduta   e costruire una  alternativa alloggiativa alle persone che vivono nel complesso della Felandina, verificando condizioni di lavoro e di alloggio degli stessi”.

“Il lavoro deve dare dignità alla persona. È inconcepibile che diventi motivo di disgrazia”.

Sono le parole del presidente di Legacoop Basilicata, Innocenzo Guidotti, a poche ore dalla tragica morte di Petty, la ventottenne nigeriana morta nell’incendio all’ex complesso industriale “La Felandina” di Bernalda, emigrata in Italia per lavorare e sostenere i due figli minorenni che vivono ancora nel Paese d’origine. Petty è morta in un capannone dove stabilmente risiedono centinaia di migranti impegnati nella raccolta nei campi agricoli.

“Una morte annunciata, come da molti sottolineato. Da troppo tempo si conosce la situazione disumana in cui versano questi lavoratori: condizioni igienico-sanitarie praticamente inesistenti, se non quelle assicurate dal volontariato, e sistemazioni abitative precarie e pericolose. E tutto accade alla luce del sole, nell’indifferenza generale smossa soltanto di fronte all’ennesima vittima. È inaccettabile che si muoia ancora così”.
“La cooperazione non può non sottolineare la gravità dell’episodio e dirsi sempre più impegnata nella lotta alle false cooperative e in tutte le battaglie di legalità che provino a prevenire queste immani tragedie. La dignità della persona, l’accoglienza reale e strutturata, le condizioni di sicurezza del lavoro, il rispetto dell’essere umano – conclude Guidotti – sono princìpi inderogabili di civiltà. La morte di Petty dimostra quanto siamo ancora lontani dal ritenerli basilari”.

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