A quasi una settimana dal terribile incendio che ha devastato il Bosco Pantano di Policoro, si continua a stimare i danni e sarebbero un’ottantina gli ettari andati in fumo.
Sull’accaduto si è pronunciata anche l’associazione Legambiente di Policoro che, in una nota, ricorda come, nel marzo del 1985, nacque nel Metapontino come associazione “proprio per salvaguardare il bosco dagli incendi dolosi, molto diffusi in quel periodo, per trasformare in frutteti ciò che era rimasto del Bosco Pantano, dopo la Riforma Fondiaria”.
“Lo chiamavamo “Amazzonia” – continua la nota – questa meravigliosa foresta planiziale, ci battemmo con tante amministrazioni, da quelle comunali a quelle regionali, affinchè diventasse riserva regionale. Così fu!”
“Purtroppo – spiegano ancora da Legambiente – siamo stati incapaci di preservarlo dagli attacchi delinquenziali per poterlo poi consegnare ai nostri figli, agli abitanti futuri della nostra città; pertanto, resta solo un’eredità bruciata in poche ore.
Non ci sono sconti per nessuno perché ognuno di noi ha degli impegni civili e dei doveri verso le future generazioni.
Sicuramente ci sono delle grosse responsabilità e lì che bisogna ricercarle per andare a capo di chi doveva o poteva fare per evitare ciò che è successo, per esempio: se esiste un piano di emergenza e come è stato sviluppato, se è partito il piano di prevenzione antincendio 2011 alla data odierna.
Tanti sarebbero gli interrogativi, certamente non vogliamo creare polemiche, ma crediamo che tanti cittadini di Policoro avranno l’amaro in bocca come ce l’abbiamo noi in questo momento.
Bisogna abituare alla prevenzione perchè conclude la nota – una buona prevenzione è vita sicura per noi e per l’ambiente.”