Il sindaco di Craco, Pino Lacicerchia, interviene sulla questione petrolio, chiedendo di indire un referendum per dare ai cittadini della Basilicata il potere di decidere sul proprio futuro.
“Un vero e proprio temporale si abbatte in questi giorni sui politici lucani – scrive il primo cittadino del piccolo centro agrino – che in questi mesi e in questi anni hanno sempre banalizzato e minimizzato l’impatto che le attività estrattive hanno sul territorio e la popolazione della nostra regione.
Insieme allo Sblocca Italia, contro di loro si sono messi i sindaci e le amministrazioni comunali, ormai tante, che chiedono a Pittella di impugnare gli articoli 36/37/38, un grande movimento degli studenti, delle associazioni ambientaliste, studiosi e intellettuali, associazioni culturali e artisti. Mancano il Ministero dei Beni Culturali, mancano gli ordini dei medici e i medici di questa regione che stanno in silenzio.
Certo mancano città significative come Matera e Potenza: siano coraggiosi Adduce e De Luca, uno aspetta i soldi delle royalties per dare attuazione all’accordo di programma per Matera 2019, l’altro li aspetta per risanare il bilancio cittadino frutto della dissipazione storica di finanza pubblica del capoluogo di regione. Dopo avere perso oltre 100 milioni di fondi europei per i loro PISU le due città dimostrino anche loro come faccio io che senza i soldi del petrolio si può fare sviluppo, loro ancor più di me possono farlo. Penso a Matera, città capitale europea della cultura che si dovrebbe organizzare per attrarre capitali internazionali, altro che gli spiccioli delle royalties petrolifere.
Il maleodorante e micidiale petrolio sta travolgendo la classe dirigente della nostra Basilicata: ci mancavano anche il grave l’incidente di Pisticci e la vera e propria bomba radioattiva che emerge ormai senza possibilità di smentite (anche sul piano scientifico non sono contestabili le acute informazioni e riflessioni dell’ottimo Andrea Spartaco) come connaturata al ciclo estrattivo. D’altronde stiamo estraendo a profondità inaudite.
Alcuni dicono che la Basilicata ha sicuramente un primato: il petrolio si estrae alle maggiori profondità del pianeta, 6000-7000 metri underground. Stiamo distruggendo le risorse idriche sotterranee, i fiumi, molti terreni agricoli anche per lo smaltimento abusivo e illegale dei reflui che sembra molto diffuso, lo smaltimento a Tecnoparco che fa veramente ridere sul piano tecnologico, si determina ormai da tempo un vero e proprio attacco alla salute dei cittadini.
Dopo l’incidente di Bernalda di 2 anni fa ora quello di Pisticci e l’Eni dice che sono attentati dimostrando banalmente che il rischio legato alle infrastrutture di trasporto del petrolio e del gas è veramente alto: io come gli altri sindaci siamo Autoritá Locali di Protezione Civile, io sono come altri sindaci lucani anche Autoritá Locale di Pubblica Sicurezza ma denuncio che non ho mai ricevuto il Piano di gestione delle emergenze di tali infrastrutture e chiedo al Prefetto di Matera di convocare con urgenza una riunione con i sindaci e la Regione. Vorrei ricordare a tal proposito che il Piano di sicurezza del trasporto dei materiali radioattivi dovrebbe essere integrato se si conferma la presenza ( nove volte superiore all’acqua potabile) di radioattività nelle fecce petrolifere che scorrazzano dalla Val D’Agri a Pisticci scalo anche nel nostro territorio comunale.
Bene , in conclusione voglio fare un appello ai miei amici politici parlamentari, consiglieri regionali e dirigenti di partito: facciamo subito il referendum e chiediamo ai cittadini residenti in Basilicata se vogliono un futuro di tormenti e dolori, nero e oleoso come il petrolio o un futuro di serenità, salute e sviluppo nella libertà e trasparenza. Se vince il petrolio io mi rassegno ed eventualmente me ne vado, se vinciamo noi loro si rassegnino e in alternativa se ne vadano”.