Alcuni cittadini residenti e imprenditori agricoli della zona Torremozza di Policoro (via Piave e via San Giusto) hanno inviato una missiva al procuratore capo della Procura di Matera Pietro Argentino, ai vertici regionali dei Carabinieri, al Prefetto di Matera Antonella Bellomo, alla vicepresidente della Regione Basilicata Flavia Franconi, ai ministri per il Sud e per l’Ambiente Barbara Lezzi e Sergio Costa e all’Autorità di Bacino della Basilicata in cui chiedono interventi urgenti per il canale di bonifica del Consorzio denominato C7.
“Già nell’anno 2013 – si legge nella nota – a causa delle intense piogge e del mancato deflusso delle acque del canale C7, i terreni circostanti sono stati invasi completamente dall’acqua.
L’evento alluvionale aveva interessato tutta la costa metapontina creando rilevanti danni ai fondi agricoli, alle strutture immobiliari ed al canale suddetto la cui portata è stata fortemente compromessa da alcuni lavori che ne hanno irrimediabilmente ridotto la capacità di deflusso delle acque con conseguente gravissimo rischio e potenziale pericolo alle cose ma soprattutto alle persone che ci vivono e lavorano .
Il potenziale pericolo è stato acclarato e documentato da uno studio Idraulico-Idrologico del Regolamento Urbanistico pubblicato sul sito istituzionale del Comune di Policoro (fonte http://www.policoro.gov.it/iii-settore-ufficio-tecnico/regolamenti/1448-studio-idraulico-idrologico-del-regolamento-urbanistico.html)eseguito su incarico del Comune dall’Ing. Civile Idraulico Giovanni Martino.
Nella predetta relazione è precisato che ”i risultati modellistici indicano che la situazione è particolarmente critica in corrispondenza del Canale C7 a causa anche del tombino di attraversamento su Via San Giusto che interviene come una vera e propria strozzatura, parzializzando la portata in uscita e riducendo la capacità di smaltimento del Canale a circa 1/3 di quella potenzialmente attivabile in assenza della stessa.”
All’uscita dell’impianto idrovoro di via San Giusto, quindi nel canale del Consorzio “qualcuno” ha realizzato un tombino di attraversamento della strada che agisce da vera e propria barriera impedendo, appunto, la capacità di smaltimento delle acque.
La modifica del deflusso delle acque è avvenuta in maniera misteriosa ed ancora oggi non è dato sapere chi ha dato l’autorizzazione, chi lo ha costruito e chi lo ha collaudato.
Noi cittadini, abitanti nei pressi dell’ impianto di Torremozza, ne abbiamo preso atto dopo aver subito le inondazioni del 2013.
Da precisare che un tale evento, in assenza del tombino non si era mai verificato negli anni.
Lo scolo naturale delle acque è stato irrimediabilmente modificato da quanto su esposto.
A tutto questo va aggiunta la incuria del Consorzio di Bonifica che nella manutenzione dei canali non usa la stessa solerzia con la quale chiede ai cittadini il pagamento delle cartelle.
All’indomani dell’evento 2013 nessuno ha osato mettere sotto sequestro quanto irregolarmente realizzato, oppure rimuovere quel tombino che costituisce costante percolo per ulteriori eventi alluvionali: perché?
Emerge così chiaramente che oltre alla grave riduzione della capacità di deflusso delle acque , realizzata dall’ opera di cui innanzi spiegato, opera evidentemente eseguita senza il rispetto delle norme di diritto, vi è anche una grave negligenza e imperizia a causa della mancata pulizia del canale C7. Appare evidente che i due fattori sopra esposti che già singolarmente sono in grado di creare rilevanti danni e pericoli per la sicurezza dei cittadini, nella loro combinazione estrema possono amplificarne gli effetti nefasti.
La potenziale pericolosità è stata ben compresa da chi ha redatto lo studio tanto è vero che si sconsiglia di rendere edificabili i terreni ubicati nella zona del lido di Policoro .
A tutt’oggi non è dato sapere il motivo per il quale quel tombino non puo’ essere rimosso, la responsabilità di chi lo ha realizzato e di chi lo ha autorizzato.
La sicurezza dei cittadini dovrebbe essere al di sopra di ogni interesse!
Gli abitanti della zona incominciano a dubitare delle tante promesse ricevute.
Ciò che è invece certo è l’assenza totale di qualsiasi provvedimento, volto a ripristinare il regolare deflusso delle acque ed ad individuare chi ha effettivamente realizzato il tombino.
Chi lo ha autorizzato ? E chi, pur avendo appreso della predetta grave irregolarità e potenziale pericolosità, non ha intesto adottare alcun utile provvedimento per porre in sicurezza i cittadini?
Dopo 5 anni di palleggiamenti di competenze, la situazione non è più tollerabile e inaccettabili sono le numerose omissioni di enti e istituzioni preposti a garantire il deflusso delle acque e la sicurezza dei cittadini, in una sorta di catena dell’inefficienza, della negligenza e dell’imperizia che amplificano il rischio che ogni giorno corrono i cittadini che in quella zona sono costretti a vivere.
E’ quindi necessaria e non più rinviabile un’azione incisiva al fine di eliminare le cause della potenziale pericolosità.
Di certo i cittadini di Policoro non hanno più intenzione di subire e di rimanere in silenzio”.