Si sono svolti martedì pomeriggio nella Cattedrale di Tursi i funerali di suor Celeste Cioffi, madre superiora della Chiesa Maria Maggiore. uno dei simboli dell’antico quartiere della Rabatana.
La religiosa, classe 1920, è venuta a mancare lunedì mattina nella sua casa del rione tursitano, dove ha vissuto per cinquantacinque anni, servendo il Signore e diventando, insieme alla consorella suor Pacifica (scomparsa nel 2009 all’età di 70 anni), uno dei riferimenti più importanti per abitanti e visitatori della Rabatana. Le religiose appartenevano all’Ordine delle Pie Discepole del Sacro Cuore; fu il prevosto della chiesa di Santa Maria Maggiore, don Salvatore Tarsia, a volerle a Tursi, dove si trasferirono nel 1961 lasciando la provincia di Potenza, grazie anche all’operato del vescovo della diocesi di Tursi-Anglona, monsignor Secondo Tagliabue, che le dispensò da altri obblighi autorizzando la loro permanenza definitiva nella comunità tursitana. Per anni curatrice dell’asilo e dell’oratorio, suor Celeste era sempre presente nella chiesa tursitana ad accogliere fedeli e turisti.
Sentito il ricordo del Sindaco Salvatore Cosma, così come si legge sulla pagina ufficiale Facebook della Città di Tursi: “Suor Celeste, insieme alla dolce ed indimenticata Suor Pacifica, sono state l’emblema della vita cristiana nella nostra comunità. Con don Salvatore Tarsia, sono stati l’anima della vita sociale della Rabatana. Per i più giovani, suor Celeste rappresentava la memoria storica della vita rabatanese oltre ad essere una presenza importantissima della Chiesa di Santa Maria Maggiore dove, insieme a Maria Cesareo, ha continuato a servire il Signore anche dopo la morte del prevosto e della consorella, senza mai farsi sopraffare dalle sofferenze della vita. Con lei, innegabilmente, va via un pezzo di storia della nostra comunità alla quale aveva donato più della metà della sua esistenza, sempre con il sorriso e la gioia di essere conosciuta da tutti, grandi e piccini.
Trovo doveroso esprimere la mia totale vicinanza e riconoscenza a questa umile serva del Signore che ha fatto dell’amore di Dio uno dei suoi dogmi e che oggi corona i giorni terreni con l’ingresso nella Patria del Cielo. Arrivederci Suor Celeste e grazie a nome di tutta la mia città per quello che ci ha regalato.”
(Immagine tratta dal profilo Facebook di don Giovanni Lo Pinto)