Una serata dedicata alla storia recente di Scanzano Jonico.
L’occasione è stata offerta dalla presentazione del corposo volume “Politica e politiche – etnografia di un paese di riforma: Scanzano Jonico”, scritto dalla professoressa Maria Minicuci, docente di Antropologia presso la facoltà di Lettere dell’Università “La Sapienza” di Roma.
L’iniziativa, svoltasi nella corte del palazzo baronale del centro jonico, ha visto la partecipazione dell’autrice e della professoressa Rosa Parisi, antropologa e ricercatrice presso la facoltà di Lettere dell’Università di Foggia, già dottoranda con la professoressa Minicuci.
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La presentazione del libro è stata anche momento di ricordo e di dibattito, con l’intervento e la riflessione di numerosi protagonisti della vita politica di Scanzano: gli ex sindaci Nicola Suriano, Filippo Mele e Mario Altieri e l’ex primo cittadino di Montalbano Jonico e già consigliere regionale Donato Longo.
Il volume, che presto sarà utilizzato come testo in diversi corsi universitari italiani, ha voluto ripercorrere il lungo e articolato studio portato avanti dalla professoressa Minicuci e dal suo staff negli anni Novanta, volto a ricostruire non già la storia della riforma fondiaria a Scanzano e nel Metapontino, oggetto più di studi storiografici che etnoantropologici, ma la percezione, tra gli assegnatari ovvero i protagonisti assoluti di quella stagione, di questo evento cardine per la nascita di una nuova comunità.
Particolare attenzione viene offerto al ruolo della “politica”, la cui importanza viene richiamata fin dalle prime parole del titolo: è lei che permetterà alla nuova realtà urbana, nata dall’incontro di oltre cento diverse identità, di diventare comune autonomo ed è sempre lei che guiderà nelle scelte da intraprendere per costruire nuovi percorsi sociali e comunitari.
Il percorso cronologico intrapreso parte dalla riforma fondiaria per concludersi nel 2003, con la protesta di Scanzano e dell’intera Basilicata contro il deposito unico delle scorie nucleari: un cerchio che sembra concludersi, con i figli degli assegnatari pronti a lottare per difendere quanto conquistato dai propri genitori in un’altra stagione di lotte, quelle degli anni Quaranta per l’assegnazione delle terre ai contadini.