Una lettera indirizzata alla Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e, per conoscenza, al Presidente della Regione Vito Bardi è stata inviata per chiedere la riapertura delle scuole primarie e secondarie di primo grado in Basilicata.
“In pochissime ore, grazie unicamente al passaparola – si legge nella nota – sono state raccolte quasi 500 firme, segno che, al contrario di quanto si potrebbe percepire dal sentiment dei social network, sono tantissime le famiglie che chiedono che anche in Basilicata, come avviene del resto in tutta Europa, le scuole siano l’ultimo presidio a chiudere, per garantire ai propri figli non solo il diritto all’istruzione ma anche, quanto più possibile, ore di “normalità” in una situazione altrimenti eccezionale e difficile anche per gli adulti.
Di seguito il testo integrale della lettera e le firme in calce.
“Con l’ordinanza numero 44 il Presidente della Regione Vito Bardi ha ordinato la chiusura delle scuole dell’obbligo in Basilicata.
La decisione si è resa necessaria, a suo dire, per la gravità del quadro epidemico e per l’alto livello di stress negli ospedali della Regione.
Tuttavia, è sin troppo facile rilevare quanto la complessiva analisi degli indici di infezione riveli in realtà la sua bassissima diffusione, tra le più basse d’Italia, e ulteriormente contenuta con la recente istituzione della zona arancione in tutto il territorio, e di locali zone rosse per circoscrivere i maggiori focolai; inoltre, attendibili analisi grafiche suggeriscono come il picco di contagi sia già alle nostre spalle, e che entro pochi giorni anche il picco dei ricoveri ospedalieri raggiungerà il suo valore massimo.
La chiusura delle scuole, pertanto, misura già rivelatasi inefficace nelle regioni limitrofe, appare quantomeno intempestiva, di scarso valore sanitario, e inutilmente lesiva del diritto allo studio, costituzionalmente garantito, ai danni della fascia di popolazione più bisognosa di “normalità” e sicuramente più indifesa.
Per non parlare delle difficoltà nelle quali da un giorno all’altro vengono gettate intere famiglie di lavoratori.
E le stesse scuole, chiamate a riprogrammare la loro attività con strumenti per utilizzare i quali non sono state debitamente preparate, senza voler pensare quale valore educativo possa avere la Didattica a Distanza per i bambini della primaria.
Il tutto solo per promettere l’immediato raggiungimento di risultati aleatori e probabilmente già conseguiti, e forse nascondere l’impreparazione e le responsabilità della classe dirigente regionale ad affrontare una fiammata epidemica ampiamente prevista e finora comunque limitata ad una settantina di casi gravi per ciascuna delle due province: che la Regione Basilicata non sia in grado di capitalizzare l’importante risultato, raggiunto unicamente per la responsabilità e il rispetto delle norme delle genti lucane, è insieme preoccupante e imbarazzante. In ogni caso non possono essere i bambini a pagare il prezzo di tanta incapacità amministrativa e politica.
Crediamo sia inutile citare i numerosi studi che provano i gravi danni allo sviluppo dei bambini in età scolare provocati da misure del genere, e che Lei sicuramente conoscerà.
Crediamo sia anche inutile riportare la diffusa preoccupazione che tutte le restrizioni introdotte in prossimità del picco epidemico difficilmente potranno rientrare a breve, potendo dare una falsa percezione di efficacia appena i dati cominceranno a migliorare, o convincendo erroneamente la popolazione che, togliendole, la situazione possa presto di nuovo peggiorare, aumentando ansie e tensioni sociali; o anche attribuendo a queste misure la responsabilità di peggioramenti che potrebbero comunque verificarsi entrando nella stagione invernale, come già accaduto in molti altri Paesi dell’emisfero opposto, quando le scuole fossero riaperte come promesso e prospettato nell’ordinanza in oggetto.
Crediamo sia infine inutile riferire la diffusa preoccupazione che la chiusura delle scuole possa portare in moltissimi casi direttamente a contatto la generazione più giovane con quella più anziana, maggiormente suscettibile agli esiti fatali dell’epidemia; peggiorando dunque i risultati attesi e sottraendo un efficace strumento di lotta al Covid quale il tracciamento nelle scuole. Che ha avuto finora, dati alla mano, l’evidente effetto di spezzare sul nascere molte catene di trasmissione innescate in famiglia, e che adesso potranno invece continuare a espandersi liberamente.
Credo sia invece utile riferire che il Dott. Vincenzo Barile, Dirigente medico ASP e componente dell’Unità di crisi regionale, si è detto fermamente contrario al provvedimento di chiusura delle scuole, affermando pubblicamente che “dai dati si evince chiaramente che le percentuali più alte di infezioni Covid sono concentrate tra i 20 ed i 60 anni e sono legate al lavoro ed alla socialità. Si sta sbagliando obiettivo e non è un problema da poco perché dall’individuazione del problema e dalla soluzione dipende la tenuta degli ospedali.”
La preghiamo pertanto di intervenire al più presto, per evitare che la sacrosanta lotta al Covid-19 degeneri in una cieca guerra di superstizioni, o venga piegata e strumentalizzata per finalità di lotta politica o propagandistica, e pagata dai nostri figli”.