Attraverso una lettera aperta indirizzata al ministro della Salute Giulia Grillo, al presidente della Regione Basilicata Vito Bardi, all’assessore regionale alla Sanità Rocco Leone, al direttore generale dell’Azienda Sanitaria di Matera Joseph Polimeni, e alle sigle sindacali, il Comitato in difesa dell’Ospedale di Tinchi denuncia “l’inerzia dei direttori territoriali e sanitari generali verso i servizi sanitari concreti e quotidiani che si svolgono nell’ospedale”
“Se, da una parte – si legge nella lettera – riconosciamo obiettivamente, e ne siamo grati, l’impegno della presidenza regionale, dall’assessore regionale alla Salute e alle Politiche sociali Rocco Luigi Leone, e del Direttore generale dell’Azienda Sanitaria di Matera Joseph Polimeni verso l’Ospedale di Tinchi, dall’altra, denunciamo l’inerzia dei direttori territoriali e sanitari generali, dei quali per ora non facciamo nomi, verso i servizi sanitari concreti e quotidiani che si svolgono in detto Ospedale.
Eppure li stiamo sollecitando da anni, fino alla noia, aiutandoli a individuare le carenze effettive e a suggerirne i rimedi, ma invano!
Ora è tempo di finirla, perché la nostra pazienza non può più restare inerme di fronte a due ingiustizie eclatanti che la popolazione del Metapontino-Collina Materana subisce: l’essere costretti a prendere le vie del nord per subire gli interventi difficili, e il dover ricorrere con pagamento, a medici privati per il disbrigo di servizi sanitari territoriali normalissimi in questo Ospedale pubblico, e che purtroppo non funzionano per la suindicata negligenza dei direttori territoriali e sanitari generali. Eppure sono pagati per questo, e dovrebbero avere amore per gli Ospedali da loro diretti.
Le cose che noi chiediamo, per l’ultima volta, e che consentirebbero l’efficienza del servizio sanitario territoriale sono le seguenti:
Laboratorio Analisi: abbiamo chiesto da tempo di potenziare le risorse umane e di mantenere gli equilibri prestazionali che l’articolo 15 della L.R. del 2015 prevede come limite al di sotto del quale i laboratori vengono soppressi. Si chiedono due unità essendo venuti a mancare altrettante persone di servizio in detto Laboratorio; una, per mancata comunicazione di proroga o di risoluzione del contratto, l’altra per pensionamento.
Le soluzioni e il ripristino del servizio territoriale di Otorinolaringoiatria temporaneamente sospeso per carenza di personale: chiediamo il ripristino dei giorni di Martedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì e Sabato con il rispettivo orario che va dalle 8.30 alle 13.30 (due giorni a settimana esami audiometrici completi). Come già denunciato nei mesi scorsi, il giudizio negativo si basa sulle lunghe liste di attesa. Dal mese di gennaio le visite già prenotate sono slittate ad aprile-giugno fino al mese di ottobre, con la conseguenza di indirizzare presso le strutture private un numero sempre maggiore di utenza.
Servizio di Radiologia ridotto dal mese di febbraio scorso a seguito di un pensionamento: oggi tutte le prestazioni radiologiche sono sospese, e tale sospensione al momento non è stata ancora giustificata dai direttori territoriali e sanitari generali. Esso è indispensabile soprattutto per l’utenza esterna che si vede costretta a ricorrere al privato, ma è necessario anche per gli interni, relativamente all’ambulatorio del trattamento del Piede Diabetico e Vulnologia. Le richieste in questo senso ci vengono fatte dagli stessi operatori sanitari che definiscono “banali” questi servizi. Non è necessario intasare con ritardi enormi, altri ospedali pubblici o gli affollati centri privati. Però questi servizi venendo a mancare, rendono assai problematico il superamento delle difficoltà. Inoltre segnaliamo che per tale prestazione è indispensabile la riparazione di una sviluppatrice radiologica, che nessuno dei direttori territoriali e sanitari generali ha la volontà di riparare. E’ ancora guasto il servizio Moc, ossia la miralomentria ossea compiuterizzata, per cui tale servizio non è realizzabile da moltissimo tempo. Sullo screening mammografico per il tumore al seno, c’è ancora pochissima informazione pubblica per Tinchi, la popolazione è confusa.
Servizio di nefrologia legato alla dialisi: l’ambulatorio rischia di chiudere per malattia dei medici. Accade anche questo all’Ospedale di Tinchi. Urge la presenza di una unità in sostituzione di un medico assente per lunga malattia. Si fa presente che sono già in lista oltre quattrocento visite di controllo e oltre cento persone in attesa di fare la prima visita.
Il servizio PPI carente per l’esecuzione di esami Poct da parte degli operatori del 118, esami urgenti che si possono effettuare in semi-autonomia: da oltre un anno i sanitari non sono in grado di poter utilizzare le apparecchiature per gli esami di emocromo, di troponina, di amilasi, di creatinina ecc.. in quanto, tali apparecchiature ancora persistenti, privi di reattivi e di manutenzione, non vengono utilizzati per le operazioni di primo soccorso. Il servizio PPI serve per stabilizzare anche un codice rosso, che potrebbe permettere di salvare una vita: serve per stabilizzare e trattare adeguatamente i codici gialli e smistarli verso il giusto Ospedale di competenza; serve per trattare i tanti codici verdi e i tantissimi codici bianchi, che in un Ospedale per acuti richiederebbero tempi lunghi e attese snervanti. A tal riguardo i direttori territoriali e sanitari locali hanno l’obbligo di indicare queste disfunzioni direttamente all’assessore regionale alla Sanità, che a sua volta ha l’obbligo di richiamare il Direttore del DEU/118 di Potenza, al quale è affidato l’intero servizio regionale. Chiediamo, quindi, che vengano ripristinate le condizioni di sicurezza nel nostro Ospedale, che siano riattivati i macchinari diagnostici e non siano lasciati marcire in una stanza della struttura.
Il Comitato per la Difesa dell’Ospedale di Tinchi fa questo ultimo appello. Dopo di che prenderà altre strade. Intanto esso chiede se l’Ospedale territoriale di Tinchi, come tutti gli altri ospedali territoriali della Regione Basilicata, debba essere reso efficiente e vivo o debba morire. Si abbia il coraggio di dire la verità”.