OnorevolePresidente dellaCamera,
asoli pochi mesi dallaSua visita in Basilicata,Ella onora questabellissima regione di unanuova e attesa presenza.
Segno di un’attenzionereale nei confronti diquesto Sud che,ringraziandoLa, Le rinnovai propri auspici econsegna alla Suasensibilità di uomo, primache di politico, leproprie speranze, e melo consenta, i propridiritti.
Intempi difficili, corrosi daindifferenza e da insidiosisentimenti di diffidenza,la nostra terra soffreemergenze vecchie e nuoveche incrinano, ogni giornoche passa sempre dipiù, la possibilità dicontinuare a vivere inLucania.
I presupposti perquella vita dignitosa, chesi nutre di prospettive,di progettualità e disoddisfazioni vengono meno,sopravanzati dalla sfiduciae dalla resa.
LaRegione Basilicata, insiemealla Provincia di Materae alle altreamministrazioni locali, ècostantemente impegnata inuno sforzo titanico persuperare il gap chela separa dalle economiepiù dinamiche esviluppate.
Ma questosforzo non risultasufficiente per abbattereostacoli e impedimentistrutturali, molti deiquali affondano le lororagioni nella storiad’Italia.
È, pertanto,ineludibile una nuovacultura meridionalista delgoverno centrale perintrodurre gli elementinecessari di rottura diquesta condizione.
Nonostantetutto, però, noi nonvogliamo arrenderci, perchésiamo consci del valoredi un territorio nonsolo meraviglioso per isuoi patrimoni storici,artistici e culturali, maanche incredibilmente produttivoper tutte quelle ricchezzeche, con spirito dicondivisione, mettiamo aservizio del resto delPaese.
Le nostre risorsenaturali, che contribuisconoin maniera determinantealla produzione di energiaitaliana, hanno affrancatol’Italia dalla suaeterna dipendenza da terzi.
Una partecipazione decisiva,converrà anche Lei, chenon può non lasciareal territorio unriconoscimento adeguato, proporzionatoall’impegno per averereso prossima l’indipendenzaenergetica italiana.
Forsesi starà chiedendo acosa ambisce il popolodella Basilicata, qualisiano i corrispettiviattesi per questo suostrategico apporto energetico,senza dimenticare gli altricontributi alla crescitaitaliana.
Niente che nonsia necessario, niente chenon abbia, in unpassato remoto e vicino,ricevuto innumerevoli rassicurazioni.
I lucani chiedono chevenga loro restituito ildiritto a vivere inuna regione dove viabilità,occupazione, scuola eistituzioni siano dellerealtà e non dellechimere.
L’atavico isolamento che condanna il nostro territorio a un arretramento obsoleto e cattivo deve essere scardinato.
È giunto il momento di realizzare le infrastrutture promesse. Il passo in avanti fatto dal governo Monti verso il Sud deve allungarsi, così come da intese recenti, fino al raddoppio della Matera-Ferrandina e alla ex 277.
Due opere, come sottolineo da sempre, che affiancandosi alla già riammodernata ex 175 libereranno definitivamente il materano, e le sue comunità interne tra le più sacrificate, dal gap dell’isolamento restituendo reali prospettive di crescita a tutti i suoi abitanti.
È già offensivo venire additati come l’unico capoluogo italiano che non ha una ferrovia, ma dopo il fallimento oneroso del presidio FS sito a Ferrandina, questa arteria viaria si presenta come l’unica via verso lo sviluppo.
Uno sviluppo che forse ci aiuterà, tra le altre cose, a fare chiarezza nella mente di alcuni italiani che confondono la nostra regione con altre, come la Campania e la Calabria.
Sostenere le ragioni di un popolo che è parte dell’Italia non è una possibilità da lasciare al buon cuore o alla disponibilità di qualcuno, come Lei ci insegna, ma è un dovere per quelle istituzioni chiamate a governare il Paese intero e a fornire risposte.
Risposte che potevano trovare ristoro attraverso quei fondi Fas prima prepotentemente annunciati e poi silenziosamente revocati.
Ebbene, Presidente Fini, noi li rivendichiamo a gran voce, perché è un nostro diritto costruire il futuro per le giovani generazioni che chiedono formazione e lavoro.
Nessuno può diventare un cittadino responsabile senza una scuola che nutra quel pensiero critico e quelle capacità di riconoscersi nell’altro al centro di una società multiculturale e democratica.
Una società dove, come ha sottolineato ieri il presidente Napolitano, il lavoro non deve essere un privilegio.
Quale torto quotidiano continuiamo a perpetrare alla nostra Costituzione che vede uno dei suoi principi fondanti privato del diritto di cittadinanza?
Ovunque l’occupazione è motivo di tensione sociale, ma, Onorevole Fini, Le assicuro che qui in Basilicata la pressione è ancora più forte.
La crisi finanziaria, unita ai considerevoli tagli che stanno interessando in maniera eccessiva le amministrazioni locali, ha reso ancora più asfittica una economia già indebolita dalle citate barriere viarie.
Le imprese chiudono e quelle ancora attive sono ostaggio di burocrazie varie e di un sistema bancario inadeguato a sostenere gli investimenti necessari per il rilancio di cui abbiamo bisogno.
Proprio come è successo per il Distretto del Salotto, una realtà che oltre ad avere dato occupazione a due regioni, era diventato esempio per il resto del mondo. Una notorietà internazionale ripagata con cosa?
Con impegni che il governo centrale, dal 2007 a oggi, ha completamente disatteso.
Stesso destino per la Ferrosud, azienda storica del Materano, che negli ultimi anni è stata oggetto di grosse disattenzioni da parte dello Stato, assenze che stanno contribuendo alla disintegrazione, lenta e tormentata di quella che un tempo è stata un modello occupazionale per l’intera regione.
Le nostre urgenze, come si sarà potuto rendere conto, si appellano a esigenze primarie che il clima di scardinamento istituzionale sostenuto dal progetto di abrogazione delle Province trasformano in traguardi ancora più lontani.
Pur consapevoli che l’Italia necessita oggi di un profondo processo di riordino istituzionale con un percorso di razionalizzazione della spesa pubblica, risulta evidente come le nuove disposizioni in materia di abolizione delle Province oltre a ingenerare confusione nella erogazione dei servizi ai cittadini e alle imprese, ostacola le amministrazioni che, per le funzioni conferite dal Titolo V della Costituzione, dovrebbero essere in prima linea nella lotta alla crisi.
Mi scuserà, Presidente, se ho abusato della Sua attenzione, ma il mio ruolo e il mio essere lucano, non potevano distrarmi rispetto a una presenza così autorevole qual è la Sua per rinnovarLe la mia stima e per chiederLe di sostenere la causa di un territorio che ha dato molto e che molto potrà dare se messo nelle condizioni di venire riconosciuto e rispettato.
FRANCO STELLA
Presidente della Provincia di Matera
Il numero uno!!! Grande Fini!!!!!