Il movimento Mediterraneo No Triv ha inviato una lettera aperta al futuro governatore della Regione Basilicata in cui ha sottolineato le priorità che dovranno essere affrontate in campo ambientale.
“La Basilicata – si legge nella lettera – presto eleggerà un nuovo Governo Regionale e, nella speranza di tutti coloro che amano la nostra Regione, è viva l’aspettativa che il nuovo Governo Regionale affronti il problema petrolio con determinazione, competenza ed efficacia.
In questo periodo di campagna elettorale le varie compagini che si candidano al Governo Regionale, sul problema presente e futuro delle estrazioni petrolifere, presentano ricette delle più diverse ed, in alcuni casi addirittura inappropriate; tali propositi elettorali preoccupano non poco l’associazione Mediterraneo No Triv e tutto il mondo ambientalista lucano poiché indicano, in alcuni casi, una non conoscenza approfondita del problema petrolio con conseguenti soluzioni che potrebbero dare risultati diversi da quelli attesi , o addirittura essere non attuabili poiché in contrasto con le leggi statali, o assolutamente dannose per l’ambiente poiché basate su considerazioni di natura economica. Infatti si assiste a proposte presenti nei programmi elettorali che vanno dall’aumento di 25 volte della tariffa della concessione all’estrazione, provvedimento proposto come deterrente economico a nuovi pozzi, tariffa che si paga una sola volta e che fa il solletico alle compagnie petrolifere, all’impossibile e fatuo proposito di aumentare le Royalties del doppio o del triplo, Royalties che sono stabilite con legge di competenza non regionale ma statale, dando così licenza di inquinare, alla proposta di tenere sotto controllo le attività petrolifere con un intenso monitoraggio ambientale, affinchè il processo di estrazione non risulti impattante, come se bastasse monitorare per evitare che le soc. petrolifere inquinino. Insomma un coro di voci ed un susseguirsi di rimedi della nonna che, non partendo da considerazioni tecniche, rischiano di risultare un buco nell’acqua o che addirittura potrebbero peggiorare la situazione ambientale .
Mediterraneo No Triv e le altre associazioni a tutela dell’ambiente lucano, sono consapevoli che le uniche soluzioni per evitare l’impatto petrolifero in Basilicata sono quelle o di mettere fine in toto alle estrazioni petrolifere o quantomeno quella di chiudere il COVA di Viggiano ed il Centro Olio di Tempa Rossa trasportando con un apposito oleodotto a doppia parete tutto il greggio direttamente alla raffineria di Taranto. Tali soluzioni però, purtroppo, cozzano con la politica nazionale che vede ancora possibili le estrazioni petrolifere in Basilicata; il Governo Regionale, tuttavia, può pretendere che le leggi ambientali vengano rispettate, che la salute dei cittadini venga salvaguardata e che in futuro siano disponibili fondi adeguati, accantonati da chi oggi trae vantaggi economici dalle estrazioni, per la dismissione degli impianti e per la bonifica dei territori ; può pretendere che l’impatto ambientale, già oggi presente, non aumenti nei territori oggetto delle estrazioni e non si estenda ad altri territori .
Lo studio approfondito e la conoscenza delle situazioni locali interessate dal cancro petrolio ci ha portato a mettere a punto e sollecitare al futuro Governo regionale delle azioni efficaci e, soprattutto, di competenza Regionale, che possano costituire un vero argine all’impatto devastante delle estrazioni petrolifere . Vorremmo, noi che teniamo ad una Basilicata bella e vivibile, che almeno una delle compagini politiche o civiche che si candidano al Governo della Regione si dichiarasse disposta ad attuare le azioni ed i rispettivi atti normativi proposti dal Decalogo sotto riportato in questa Lettera al futuro Governatore, senza modifiche e/o annacquamenti, a mo di formale impegno nei confronti degli elettori lucani.
DECALOGO :
- Rinnovo dell’AIA con riduzione delle quantità giornaliere autorizzate .
In occasione del rinnovo dell’AIA all’ENI (autorizzazione Integrata Ambientale ), occorrerà vigilare a che l’impatto ambientale della industria petrolifera in Val D’Agri rimanga pressoché lo stesso dell’AIA scaduta nel Marzo 2016, essendo esso già elevato. Con il passare degli anni il giacimento di petrolio , dopo 25 anni di sfruttamento, eroga olio greggio molto più ricco di inquinanti (gas non-metano, acqua di strato, H2S, ecc…) ; infatti se all’inizio dell’emungimento la quantità di acqua di strato era percentualmente circa il 20%, oggi su 80.000 barili giorno di greggio estratto, è pari al 37,5% (30.000 barili/giorno su 80.000 barili/giorno) e, pertanto, per avere lo stesso impatto ambientale della prima AIA concessa, oggi occorrerebbe ridurre le estrazioni a non piu di 40.000 barili giorno .
- Monitoraggio Trasparente in Tempo Reale .
Il Monitoraggio ambientale dovrebbe essere migliorato posizionando le centraline secondo uno studio dei venti, ma, soprattutto, dovrebbe essere implementato con risultati accessibili da qualsiasi cittadino, mediante app in tempo reale; questo sistema garantirebbe la trasparenza e la veridicidità dei dati che, essendo stati resi pubblici in real time, non possono essere manipolati .
- Penalità di Fermo Impianto per il superamento dei limiti nelle emissioni .
Naturalmente il monitoraggio che non prevede penalità in caso di superamento dei livelli, non ha alcun effetto correttivo. Pertanto andrebbero fissate le penalità da applicare a ENI e TOTAL qualora i propri impianti superino valori soglia prefissati di emissioni e il miglior deterrente risulta essere il “Fermo Impianto” , pertanto, in base alla gravità dello sforamento dei limiti, andrebbe comminato un periodo di fermo impianto con una non produzione che permetta la compensazione dell’impatto ambientale, avutosi a seguito dello sforamento. Se si imposta in tal senso la normativa regionale, non può essere opposta al TAR poiché è basata su considerazioni scientifiche e ha il fine di salvaguardare la salute pubblica.
- Fondo Vincolato per le dismissioni e le Bonifiche .
Bisognerebbe richiedere a ENI e TOTAL, con una apposita legge regionale, l’istituzione di un fondo vincolato presso la Regione Basilicata, costituito da 1 euro/barile estratto, per finanziare, a seguito di dismissione, lo smantellamento degli impianti, delle linee interrate e dei pozzi petroliferi e la bonifica dei territori . Essendo l’attività di dismissione e bonifica già prevista dalle leggi vigenti , anche tale Norma non potrebbe essere opposta al TAR. Tale fondo avrebbe il duplice scopo di garantire che, a seguito dello stop all’attività petrolifera, in qualunque momento si realizzi, il territorio sarà effettivamente ripristinato e bonificato e che le maestranze, ora occupate nel settore petrolifero, non diventino disoccupate da un giorno all’altro, ma vengano utilizzate per almeno 5 anni nel settore della bonifica, dando tempo così di mettere a punto una sana riconversione industriale.
- Polizze Fidejussorie a garanzia di eventuali incidenti .
Sempre con un’apposita legge regionale, bisognerebbe rendere obbligatoria, ai fini autorizzativi di qualsiasi attività pericolosa per l’ambiente, consegnare all’ente Regione una Polizza Fidejussoria a immediata escussione a garanzia di eventuali incidenti; nel caso di incidente l’Amministrazione Pubblica accede immediatamente alla somma garantita, fino all’intera concorrenza, per effettuare in maniera diretta tutte le azioni di bonifica necessarie .
- Problema Rifiuto Pericoloso Acqua di Strato.
Per quanto riguarda invece il destino dell’Acqua di Strato separata dal greggio, rifiuto molto pericoloso per l’ambiente, faccio le seguenti considerazioni : il trattamento con impianto chimico Syndial è da escludere per evitare un impatto ambientale molto maggiore rispetto a quello attuale del COVA ; La reimmissione nel sottosuolo con pozzi di reiniezione si è già rivelata inaffidabile per i problemi alle falde acquifere ed ai terreni circostanti (vedi pozzo Costa Molina 2 ) ; Il trasporto a mezzo autobotti presso centri di trattamento idonei è attuabile solo se si individuano i centri riceventi idonei allo smaltimento e si effettua un severo controllo , non solo documentale, da quando ciascuna autocisterna parte a quando essa arriva al Centro di Trattamento. Chiusura definitiva del COVA nel caso si accerti una destinazione e/o un trattamento presso Centri non Idonei del rifiuto Acqua di Strato.