“Questa volta il tempo non ha fatto differenze tra Nord e Sud. Dalla Sicilia al Triveneto, i territori sono stati sferzati da violenti nubifragi e le coste, soprattutto quella ionica, distrutte dalla forza d’urto delle onde. Ma, ancora una volta, nel valutare i danni e le conseguenze, la differenza la sta facendo la politica”.
Con queste parole inizia il comunicato di Rocco Caramuscio, referente di “Italia in Comune” Basilicata.
“Da giorni si parla, giustamente – prosegue Caramuscio – delle ferite inferte a Venezia. Radio e televisioni raccontano la presenza delle istituzioni, le promesse e le misure adottate immediatamente.
Ancor prima di fare la stima dei danni, già sono pronte delle somme per i privati e per le attività del Nord Est.
Malgrado i cinque miliardi e mezzo di euro spesi per il sistema di barriere (Mose), Venezia diventa sempre più fragile e indifesa contro le avversità atmosferiche.
Su questo progetto la politica ha intavolato un sistema di tangenti e corruzione in grado di sottrarre soldi pubblici.
Ma, invece di tacere, i rappresentanti della Lega Nord invitano i meridionali a lavorare piuttosto che piangersi addosso o elemosinare fondi.
L’Europa che distrugge la sovranità popolare, lo Stato ladrone, ora sono diventati gli interlocutori privilegiati a cui chiedere interventi straordinari.
Il grande inganno del popolo di Pontida, laborioso, onesto(?), premuroso (magari), che racconta senza conoscerlo, di un Sud malavitoso, sfaticato, incapace di produrre ricchezza, è ancora una volta servito.
Le ingiustizie e i soprusi inferti al mite Popolo meridionale non cessano. Come si dice dalle nostre parti: cornuto e mazziato.
Qualche politico autoctono tenta timidamente di far sapere all’Italia che i danni li ha subiti anche Matera ma nessuno prende a cuore le sorti del Metapontino.
Solo una semplice richiesta di stato di calamità dal Presidente Bardi, in colpevole ritardo e quasi accompagnata dalle scuse per avere osato tanto. Tutto qui.
Da come si sta muovendo la politica, sembra quasi che non sia successo nulla, che Policoro, Scanzano, Nova Siri, Pisticci e Metaponto, non abbiano subito conseguenze dal passaggio dell’uragano. La storia si ripete.
Il disinteresse che siamo costretti a costatare ancora una volta, ci indigna e ci rende furiosi.
La Basilicata e il Governo hanno dimenticato l’antico granaio d’Italia che ora hanno vocato a discarica europea.
I nostri agricoltori, gli operatori turistici, i commercianti e le imprese, hanno subito l’ennesimo colpo mortale, ma chi ci sta uccidendo davvero è l’insolente indifferenza delle istituzioni.
A parte qualche foto vicino a una pozzanghera di politici in cerca di consenso, non si è visto nulla.
Nella classifica degli ultimi, dopo il Mezzogiorno c’è solo il Metapontino”.