Manifestazione in difesa dell’Ospedale di Policoro

La pioggia delle ultime ore non ha fermato la voglia di scendere in piazza per dire no al dimensionamento dell’Ospedale di Policoro. 
Non è a rischio la chiusura, secondo il nuovo piano regionale sanitario, ma la riqualificazione dei reparti, la razionalizzazione delle spese. 
Ma ciò che più preoccupa è il clima di incertezza che si è ingenerato intorno al nuovo piano stesso: Policoro, il suo bacino, il suo ruolo strategico sul territorio al confine ed al centro di una delle strade più trafficate del Mezzogiorno, non può permettersi un ridimensionamento di portate elevate; ma i dati cominciano a parlar chiaro, ed è emergenza. 
Dal Pronto Soccorso alla Cardiologia, che dopo il pensionamento del primario, l’emergenza è soprattutto la mancanza del personale medico e paramedico, una situazione che non consente di dare risposte adeguate alle migliaia di cittadini che si rivolgono al presidio sanitario. 
Spostata nella sala consiliare della città ionica, la manifestazione si è gioco forza trasformata in una tavola rotonda alla quale hanno preso parte molti rappresentanti politici locali e provinciali, sindacalisti ed ambientalisti. 
E non è servito nemmeno il comunicato diffuso nelle ultime ore dalla direzione dell’Azienda Sanitaria di Matera, nel quale vine espresso “stupore sul significato della protesta, dal momento che sin dall’insediamento, l’attuale direzione aziendale ha evidenziato come l’Ospedale di Policoro e quello di Matera rappresentano i due presidi sanitari per acuti che in aree geografiche differenti svolgono una funzione insostituibile”. 
A prender parte al dibattito, anche i sindaci di Tursi, Stigliano, rappresentanti dei comuni di Policoro, Valsinni, Colobraro e della Provincia di Matera. Policoro come Tinchi e come Stigliano, con il supporto dei manifestanti delle altre aree del materano, il cui fronte comune è tutelare il diritto alla salute. 

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