È stato presentato oggi al Cinema “Il Piccolo” il gemellaggio tra il Matiff – Matera International Film Festival e il progetto di Space Architecture “GraLunar” del Politecnico di Bari, guidato dal Professor Giuseppe Fallacara.
Presentato dalla dottoressa Aurora Scattaglia, “GraLunar” è una visione avveniristica degli insediamenti umani su altri pianeti che mette insieme architettura, astronomia e immaginazione. Già l’anno scorso l’architettura spaziale ha occupato un posto importante nel Matiff con il progetto “ArchiMars”, colonia antropica sul Pianeta Rosso. Quest’anno Matiff e Space Architecture guardano alla Luna partendo da un punto in comune fondamentale che guida la lotta alla vita sia sul nostro satellite che nella città di Matera alle sue origini: la ricerca dell’acqua e la possibilità di sfruttarla per rendere possibile la costruzione di una società. I criteri base che la storia della città dei Sassi e l’architettura spaziale hanno in comune sono molti, a partire dall’utilizzo sapiente delle risorse in situ per la costruzione delle strutture.
«L’atmosfera del nostro pianeta Terra ci protegge da radiazioni solari, escursioni termiche, piogge di micro meteoriti; ma sulla Luna la situazione è molto diversa», ha sottolineato la dottoressa Scattaglia. «Come luogo ideale per l’insediamento, “GraLunar” ha individuato il polo sud lunare. Da lì vedremmo il sole sempre basso all’orizzonte, ma soprattutto gli astronauti vedrebbero la Terra, condizione molto importante per il loro benessere psicologico».
La dottoressa Scattaglia ha poi evidenziato come la regolite, materiale di cui la superficie lunare è ricoperta, da potenziale ostacolo può invece costituire un’opportunità se utilizzata come materiale di costruzione in situ. Esattamente come accaduto agli albori della città di Matera, costruita per sottrazione, senza aggiungere materiali eterogenei al territorio. Un insediamento sul bordo del cratere lunare Shackleton, scelto per la presenza sul suo fondo di ghiaccio: «Un aspetto fondamentale, per poter ricavare acqua e ossigeno», evidenzia Scattaglia.
Sulla Luna come su Matera, dove l’uomo ha saputo sfruttare l’acqua sotterranea per costruire la propria vita qui.
Una colonia con strade, piste di atterraggio e decollo con barriere protettive, hangar, 3 reattori a fusione nucleare per elettricità, strade sinterizzate. E un’area di insediamento con nuclei abitativi, centro di controllo, aree scientifica, medica, sportiva. Con tutti i comfort (compatibilmente con l’habitat) per la crew di astronauti. I moduli sono pensati come origami, espandibili nel momento in cui arrivano sulla Luna, dove si porterà il minimo indispensabile. Il resto, verrà prodotto lì.
Ulteriore trait d’union tra il Matiff e la Space Architecture arriva, naturalmente, dal cinema: grande ispirazione per gli architetti del Poliba per il design.
Un ulteriore tassello verso la visione del Matiff di candidare Matera a capitale mondiale dell’architettura.