In una lettera inviata ai prefetti di Potenza e Matera, la Fisascat Cisl Basilicata ricorda che “nonostante il negoziato sia in corso da oltre 54 mesi, tutti i tentativi delle organizzazioni sindacali si sono scontrati con i comportamenti dilatatori e ostruzionistici delle associazioni datoriali, il cui unico obiettivo è risultato esser il mantenimento dello status quo con il conseguente peggioramento della vita lavorativa ed extralavorativa delle maestranze”. Per la Fisascat “le associazioni datoriali hanno sistematicamente osteggiato il rinnovo del contratto nazionale di lavoro fin dall’avvio del negoziato nel giugno 2016: agli sforzi profusi e continui degli addetti alla vigilanza privata nel garantire la salvaguardia di enti pubblici, imprese private e cittadini, è stata data risposta con tentativi di precarizzazione del rapporto di lavoro e negazione di qualsiasi riconoscimento salariale e professionale”.
“In questi mesi di emergenza sanitaria – ricorda la Fisascat – questi lavoratori sono stati chiamati ad un impegno straordinario nella gestione delle procedure di sicurezza nei luoghi pubblici e privati. In Basilicata la crisi pandemica da Covid-19 non ha comportato una sostanziale riduzione dell’attività di vigilanza: limitato è stato il ricorso agli ammortizzatori sociali, e pertanto continuo e costante è stato il contributo di tutti gli addetti del settore. Oltre alle attività ordinarie, infatti, i lavoratori si sono resi parte attiva nella gestione di nuovi servizi legati all’emergenza epidemiologica, quali ad esempio quelli di misurazione della febbre e di presidio presso i punti Covid, non sottraendosi mai al proprio dovere, pur nella comune paura di contrarre il virus in luoghi ‘sensibili’ e di diventare in tal modo veicolo di contagio all’interno del proprio nucleo familiare”.