“Mentre il mondo stava a guardare”.
Le parole scelte per il titolo del volume scritto dal procuratore Silvana Arbia ben sintetizzano quanto accaduto ventitre anni fa in Ruanda, piccolo stato dell’Africa orientale, teatro di uno dei più cruenti e terribili massacri del XX secolo. Un milione di morti in appena cento giorni, dal 6 aprile al 30 luglio 1994, un vero e proprio genocidio avvenuto nell’indifferenza generale, con un mondo più preoccupato a seguire i mondiali di calcio negli Stati Uniti che non a salvaguardare la vita di migliaia di uomini, donne e bambini inermi.
Di quelle vittime, di quella violenza e di quel male si è parlato giovedì 6 aprile a Nova Siri, nel corso di due intensi incontri con il procuratore Silvana Arbia, magistrato di origini lucane, già chief of prosecutions presso il Tribunale Penale Internazionale per il Rwanda.
Silvana ha rappresentato l’accusa contro i responsabili del genocidio di un milione di persone, di etnia Tutsi, massacrate nel giro di tre mesi, dall’Aprile al Luglio 1994 in quella martoriata terra d’Africa.
L’iniziativa, organizzata dai parroci del centro jonico, don Mario Lacolla e don Michelangelo Crocco, è stata occasione per ricordare il genocidio del Ruanda ma anche per riflettere sulle tragedie che ancora oggi insanguinano molti angoli del mondo, come mostrano le cronache recenti dalla Siria.
Le nostre interviste al procuratore Arbia e a don Michelangelo Crocco.