“Quando il vento soffia forte” è il titolo del libro della drammaturga e regista teatrale novasirese Rosanna Filomena, edito Albatros, presentato a Montalbano Jonico.
Il giardino delle Mura Medievali ha fatto da cornice all’evento, organizzato dall’associazione culturale “Euterpe”, con il patrocinio dell’amministrazione comunale.
Il tema trattato nel libro è quello della violenza contro le donne, quanto mai attuale, che si inserisce nell’ambito della campagna contro il femminicidio “Voce alla Convenzione di Istanbul” promosso dall’Ufficio della Consigliera Regionale di Parità, Maria Anna Fanelli, per diffondere la conoscenza della stessa Convenzione e del recente decreto anti femminicidio approvato dal governo lo scorso 8 agosto.
Violenza contro le donne che nella forma estrema diventa femminicidio, l’omicidio di genere.
La realtà offre frequenti spunti per ricorrere quotidianamente all’utilizzo di questo neologismo, entrato prepotentemente nel nostro linguaggio.
“Un fenomeno di costume ed un dramma sociale che si è insinuato in tutte le strutture della società, che deve essere debellato attraverso un’azione culturale preventiva promossa dalle istituzioni” ribadisce la Fanelli.
Il libro apre questa strada.
Quella della riflessione su alcuni aspetti del fenomeno che non sono più un tabù; quella della ribellione delle donne contro ogni forma non solo di violenza ma anche di dipendenza emotiva e psicologica; quella della consapevolezza di non essere più sole e quella della denuncia e del riscatto attraverso l’autodeterminazione.
Tutto questo mentre si attende che dai principi di Istanbul ratificati dall’Italia e confluiti nell’attuale decreto, si arrivi all’approvazione di una legge anti femminicidio, che affronti la questione con un approccio integrato e che comprenda misure più ampie di maggior efficacia.
Alla presentazione, moderata da Rocco Pontevolpe, presidente del Consiglio Comunale, hanno partecipato anche il giornalista Filippo Mele e Vincenzina Ottomano, docente presso l’Università di Berna che ha approfondito insieme all’autrice alcuni aspetti dell’opera.
L’opera è suddivisa in due pièces.
La primo porta il titolo dell’intero lavoro ed è dedicato alla nota vicenda di Elisa Claps, la ragazza potentina scomparsa e il cui corpo è stato ritrovato diciotto anni dopo nel sottotetto di una chiesa nel centro della città.
Un lavoro nato per caso, racconta l’autrice, nel corso di una collaborazione con Don Marcello Cozzi, vicepresidente nazionale dell’associazione contro le mafie “Libera”.
“Non è una disamina, né un’attenta ricostruzione ma un modo di interpretare attraverso l’arte un fatto di cronaca”.
La pièce si compone di un unico atto diviso da due quadri essenziali: la chiesa e la questura, divisi in cinque scene con rimandi continui tra loro.
Una figura importante, che sta sempre nella scena, anticipando e commentando ogni dialogo, è quella della coscienza.
Quella di Elisa è la storia di una giovane vita spezzata ed un esempio eclatante di violenza fisica maschile esercitata sul sesso “debole”.
Di altro tipo, ma pur sempre di violenza si tratta, è quella a cui come Elga, la protagonista della seconda pièce teatrale “Oltre la finestra il sogno”, tante donne ogni giorno, sono costrette a sottostare.
Si parla di violenza psicologica, più subdola ma non meno dolorosa.
Elga è una giovane donna, colta, amante della letteratura, moglie e casalinga relegata a vivere il suo dramma esistenziale, fatto di silenzi e ricatti emotivi, tra le mura domestiche.
In entrambe le pièces ritroviamo lo stile che caratterizza l’autrice, asciutto, senza punteggiatura, lasciato aperto, per trasferire al lettore la possibilità di completarne il significato per una sorta di sincero rispetto che l’autrice ha nei confronti dei suoi lettori, lasciati liberi nel cogliere le sfumature e le intonazioni che ognuno vuole assegnarle.
Profonda e capace di scuotere, è stata l’interpretazione di alcuni brani del testo, eseguiti durante la serata, dall’attrice e soprano Silvia Barletta.
Quando il teatro rappresenta magistralmente il vero è capace di sollecitare fortemente gli animi perché, come scrive Rosanna Filomena “la verità spinge sempre nelle coscienze”.
Mariangela Di Sanzo