“La Regione Basilicata si oppone alla nascita di un centro dialisi pubblico a Policoro e autorizza contemporaneamente due centri dialisi privati nel giro di 20 Km”.
Lo sottolinea l’Aned (Associazione nazionale emodializzati), in un comunicato in cui spiega che “l’Azienda sanitaria di Matera ha già sottoscritto un contratto di appalto per la costruzione e gestione per 9 anni di un centro dialisi privato a Tinchi, con un esborso di circa 8 milioni di euro”, mentre “la Regione Basilicata e la stessa Azienda sanitaria di Matera , hanno già espresso parere favorevole alla richiesta di un’altra società privata, per la realizzazione di un altro centro dialisi nel Comune di Policoro che dista a meno di 20 km da Tinchi”.
“Nello stesso tempo – aggiunge l’Aned – sia la Giunta regionale e l’intera maggioranza che sostiene il Governo della Regione sia il managment hanno invece ignorato la richiesta dei cittadini di far nascere nell’Ospedale di Policoro un centro dialisi pubblico, in grado di soddisfare tutte le esigenze dei cittadini malati di rene”.
L’Aned esorta, dunque, il presidente della Regione Basilicata ad intervenire “per interrompere una vicenda che suscita infiniti interrogativi ed alimenta dubbi anche sulla legittimità delle operazioni che si stanno autorizzando”.
“Non si intende tediare nessuno ma è bene che si sappia che l’Insufficienza Renale Cronica, anche iniziale, è un importante fattore di rischio cardiovascolare. Questa sindrome complessa – sottolinea l’Aned – richiede l’intervento di diverse collaborazioni specialistiche mediche e chirurgiche, e la presenza di strutture complesse, quali la rianimazione e l’unità di terapia intensiva che solo l’ospedale di Policoro, sede di Pronto Soccorso Attivo, può assicurare”, in particolare per “la sicurezza delle prestazioni erogate, la cura delle complicanze e le emergenze per i pazienti in insufficienza renale acuta e cronica”.
“L’Aned che da 44 anni difende le persone malate di reni, dializzati e trapiantati, si considera un interlocutore delle istituzioni, impossibile però – conclude il comunicato – tollerare sprechi e profitti sulla salute, quando spesso vengono negati per motivi di spesa i più elementari diritti ai cittadini”.