Durante la campagna di avvistamento e studio dei cetacei dedicata ai ragazzi che partecipano al Campo estivo Wwf nell’Oasi di Policoro, i bambini hanno osservato una grande colonna d’acqua che si alzava di fronte all’imbarcazione. Dopo pochi attimi ecco spuntare il dorso di un capodoglio, che ha poi mostrato la sua gigantesca pinna caudale all’atto dell’immersione.
Questi grandi odontoceti (letteralmente “cetacei con i denti”) non sono più una sorpresa nel Mar Jonio: negli ultimi anni sono stati numerosi gli avvistamenti grazie alle uscite organizzate da Jonian Dolphin conservation e Oasi Wwf Policoro. I capodogli sono campioni di immersione e di apnea: possono scendere oltre i 2.000 metri di profondità dove cacciano i grandi calamari pelagici che individuano grazie alla ecolocalizzazione.
In passato in Mediterraneo sono stati decimati dalle reti spadare, dove rimanevano intrappolati: bandite dall’Ue finalmente nel 2002 dopo le battaglie degli ambientalisti e poi dall’Italia. Oggi sono minacciati dalle collisioni con le grandi navi, dalla diminuzione della disponibilità alimentare causata dalla pesca eccessiva e dall’inquinamento chimico e da plastica che ingeriscono.
Il 95% dei rifiuti del Mediterraneo è composto da plastica, con impatti devastanti su specie e habitat. Sempre più spesso nei capodogli spiaggiati si rinvengono grandi quantità di plastica. Il Wwf ha lanciato una petizione con cui chiede 4 azioni urgenti alle istituzioni italiane: 1) l’impegno affinché veda al più presto la luce Direttiva europea che vieta 10 prodotti di plastica monouso; 2) l’introduzione di una cauzione sugli imballaggi di plastica monouso; 3) la messa al bando dell’uso di microplastiche in tutti i beni di consumo e dei prodotti plastici non biodegradabili; 4) fondi per la ricerca e il recupero delle reti da pesca di plastica fantasma, abbandonate in mare.
E’ possibile firmare la petizione al seguente link: http://www.wwf.it/petizione_plastica.cfm