“Esprimiamo la ferma e netta contrarietà al possibile smantellamento dell’Utic e della Rianimazione del locale nosocomio ‘Giovanni Paolo II’ per accorpare il tutto nell’ospedale ‘Madonna delle Grazie’ di Matera: Riteniamo che la paventata chiusura delle due unità operative assume un significato negativo per tutto il comprensorio jonico, e suona come un ridimensionamento di quello definito da più parti terzo polo sanitario regionale. Non vorremmo che fosse l’anticamera addirittura di una chiusura di anche altri reparti indispensabili alla persona”.
Forte è la denuncia del segretario generale dell’Ugl Basilicata Giovanni Tancredi e del segretario provinciale dell’Ugl di Matera, Pino Giordano per i quali, “necessita di un attento e vigile impegno delle amministrazioni comunali e delle intere cittadinanze ioniche, perché esiste la necessità di ridurre la spesa sanitaria e i tentativi di chiudere determinati reparti è continuativa. Abbiamo la necessità di garantire l’ospedale e difendere il diritto alla salute certamente non per una questione campanilistica.
Gli ospedali non sono fabbriche e i pazienti non sono prodotti. La Sanità ha il suo insieme di problematiche che richiedono considerazione, molto attenta. L’Ugl prende atto che il Direttore Generale dell’ASM, Piero Quinto ha messo in campo una sana politica effettuando fondamentali cambiamenti nelle attività cliniche/amministrative con nuovi modelli lean ma, non possiamo far passare la logica della scelta politica regionale di tagliare a tutti i costi.
Al Presidente Pittella vorremmo ricordare che il nosocomio di Policoro è quello che ha un’utenza maggiore, in termini percentuali, rispetto a tanti altri presidi ospedalieri lucani ed avendo un circondario che và oltre i confini regionali se consideriamo che la Calabria jonica non ha ospedali e dunque l’utenza è alta e aumenta a dismisura l’estate. Per rimanere nel tema della nostra contrarietà, più nello specifico, dei reparti in questione, per tutti gli infartuati sarebbe un grave danno. Infatti è statisticamente provato come la percentuale dei decessi per infarto sia la seconda causa, dopo quella per tumori, come fatto rilevare anche in una recente raccolta dati del centro studi Ugl Basilicata. Pertanto se si deve percorrere la politica dei tagli, bisogna partire dalle spese improduttive e parassitarie che spesso si annidano negli Enti pubblici, e non, viceversa, come da più parti si sostiene, cancellare servizi essenziali. L’ospedale di Policoro non è fallimentare, vi sono ospedali in Basilicata – continuano Tancredi e Giordano – dove la politica ha mantenuto le sale operatorie, ha mantenuto alcuni reparti e non c’era nessun cittadino che, anche per fare un semplice intervento, sceglieva il ricovero in quei reparti. Anzi, la nostra opinione è che si debba affrontare il tema della rifunzionalizzazione dell’intera rete ospedaliera discutendo anche sul ruolo dell’ospedale di Policoro dove dovremmo aggiungere e affermare che smembrare l’ospedale e non potenziarlo significa non garantire il diritto alla salute che dovrebbe essere valido per tutti i cittadini italiani da Policoro a Trento. Il Piano Sanitario della Regione Basilicata deve ridare all’Ospedale di Policoro la centralità che gli spetta e il giusto ruolo di Pronto Soccorso Attivo, come previsto nel Piano sanitario regionale, e ciò verrebbe meno senza la Rianimazione. Rimaniamo delusi, informeremo ciclicamente i cittadini su come intenda intervenire sull’ospedale la Governance regionale riservandoci finora di mettere in campo, qualora ne fosse bisogno, ogni forma pacifica e democratica di protesta”. Pertanto i due esponenti dell’Ugl concludono: “Non solo siamo fermamente contrari, ma chiediamo più personale e più posti letto per il reparto di UTIC e la Rianimazione”.