Nuova pubblicazione per la casa editrice policorese “Edigrafema”.
Si tratta del romanzo “Santini” di Domenico Brancucci (Potenza, 1969) già libraio, docente di lingue, operaio, musicista e giornalista.
La storia, pubblicata nella collana Lucincittà, è ambientata in un assolato weekend elettorale in un manicomio attraversato da ombre e malaffare.
Al centro dell’eterogenea galleria di luoghi, condizioni sociali e personaggi che affollano la scena, un fallito di belle speranze, Marcello Galtieri, diventa in breve tempo vittima condiscendente, carnefice mancato e redentore per caso.
Brancucci racconta con ironia pungente un mondo fatto di diritti negati e soprusi impuniti, guidato da politicanti ambigui, artefatti come i santini che li raffigurano, garanti, tra un viso truccato e il vestito delle grandi occasioni, della “buona novella” per il genere umano.
La descrizione delle diverse personalità politiche consente di tracciare tipi non così distanti dalla grottesca realtà italiana: Mariano Zappaterra, appartenente all’eletta schiera di oratori capaci di addormentare intere platee col potere della parola; Felice Schiavo, impegnato unicamente ad affinare il proprio carisma; Elviro Ferrigno, tesoriere di partito disposto a tutto pur di garantire al dottor Domenico Magnazzi i voti pattuiti per il seggio dell’ospedale psichiatrico.
E poi i folli, “piccoli santi, che vagano sulla terra cercando cieli meno crudeli”: l’architetto Gennaro, acerrimo nemico degli angoli; o Maddalena, amante di un giovane prete, poi costretta a diventare suor Teresa.
Una commedia amara e coinvolgente, dunque, che strappa qualche sorriso e in alcuni passaggi rimanda alle atmosfere torinesi del Cottolengo che Italo Calvino racchiuse nell’opera “La giornata di uno scrutatore”.
L’autore, operatore culturale, collabora attivamente con il Centro Animazione Culturale “Antonio Aristide” di Potenza ed è uno degli ideatori del concorso letterario RaccontiSenzaFissaDimora. È autore tra l’altro di alcuni racconti premiati e pubblicati su antologie e blog.